CARITAS REGIONALI
No al decreto sicurezza, Montalti, Battistini e Santero a difesa del vescovo Douglas
Anche l’Emilia-Romagna, con il presidente Bonaccini, ha deciso di ricorrere alla Corte costituzionale contro parti del Decreto
“Coraggioso e positivo”. È stato definito in questi termini il documento firmato dal vescovo Douglas, delegato della Conferenza episcopale regionale per il servizio alla carità, insieme ai direttori delle quindici Caritas diocesane regionali, contro il decreto sicurezza. Oltre alla vicinanza manifestata dai Popolari per Cesena, anche la consigliera regionale Lia Montalti e il vicesindaco Carlo Battistini assieme alla consigliera comunale Chiara Santero sono intervenuti a sostegno del vescovo condividendone ogni singola parola sui valori di accoglienza e di integrazione.
“Condivido e sostengo – afferma la consigliera Montalti – la presa di posizione sul cosiddetto Decreto Sicurezza emanato dal Governo Salvini-Di Maio, che offre una risposta propagandistica alla sicurezza percepita ma aggrava l’insicurezza reale nel nostro Paese, abrogando la protezione umanitaria e smantellando il sistema di accoglienza e integrazione diffuse, con il solo risultato di portare i migranti nell’illegalità e nell’emarginazione”. Nel documento, sottolinea Montalti, viene ritenuta giusta e da sostenere la posizione dei sindaci e dei presidenti regionali che hanno promosso il ricorso alla Corte Costituzionale contro il Decreto Sicurezza. Anche l’Emilia-Romagna, con il presidente Bonaccini, ha deciso di ricorrere alla Corte costituzionale contro parti del Decreto, consapevole del rischio concreto che si creino in Regione sacche di isolamento e invisibilità sociale che sono l’esatto contrario della sicurezza, anche dal punto di vista sociale e sanitario.
Punto di vista condiviso anche da Battistini e Santero che, senza tralasciare il documento a firma di monsignor Regattieri, invitano tutti ad ascoltare la voce di quanti, con coraggio, esprimono con umanità le proprie riflessioni. “Chi sostiene le ragioni del decreto cosiddetto “sicurezza” – denunciano i cesenati – mostra una concezione antropologica chiusa, centrata sull’individuo e non sulla persona, dell’uno vale uno sradicato da un contesto di umanità, senza una idea di popolo, di città, di paese e di comunità, di umanità e conseguentemente attacca politicamente quanti esprimono liberamente ed in modo pacifico il proprio dissenso. Eravamo un popolo povero che si credeva ricco ed accoglieva e soccorreva chi era in difficoltà; ora la destra al governo vuole far credere che un paese ricco sia diventato povero di solidarietà, e per alimentare il proprio consenso incita gli uni contro gli altri. Anche contro le Caritas”.
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