Cesena
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Giornata storica. I commenti di alcuni studenti

Papa Francesco a Cesena. Echi e sentimenti

Dopo la visita di papa Francesco a Cesena, don Stefano Pasolini, insegnante di religione al liceo scientifico "Augusto Righi" di Cesena, ha chiesto ai suoi studenti di descrivere sensazioni ed emozioni di una giornata che rimarrà nella memoria collettiva e quella di chi vi ha preso parte. Di seguito pubblichiamo alcuni scritti.

Foto Zavagli

Non vedevo l’ora di andare in piazza Almerici, ma non tanto per vedere il Papa passare, più che altro per ascoltare i suoi discorsi e per respirare la bellissima atmosfera che si crea in quei momenti di ritrovo. È proprio in quelle occasioni che sento Dio più presente. Mi guardo intorno e dico “wow, che bello”, mi accorgo che tantissimi giovani sono lì vicino a me per Lui.

Non è stata la prima volta che ho visto papa Francesco; avevo già assistito per due volte al suo passaggio in piazza San Pietro. Quindi già immaginavo come si sarebbe svolto il tutto: il Papa sarebbe passato sulla papamobile salutando e la gente commossa ed emozionata si sarebbe accalcata sulle transenne urlando di gioia. Le mie amiche erano emozionatissime, o perché non l’avevano mai visto prima, o perché vederlo a Cesena sarebbe stato un grande evento. Io in realtà, pur non vedendo l’ora di raggiungere la piazza, non mi sentivo proprio come loro. Le volte precedenti, in piazza San Pietro, dopo averlo visto passare, mi era rimasto un po’ l’amaro in bocca, mi veniva da chiedermi “bene, e adesso?”, e immaginavo che mi sarebbe capitato lo stesso anche stavolta.

Rabbrividivo al pensiero della confusione che si sarebbe formata al suo passaggio, perciò mi sono messa dietro, distaccata dagli altri, e per vedere meglio sono salita in piedi su una delle sedie del bar Babbi. Alle 8 il Papa è arrivato, perfettamente puntuale, e dopo aver fatto il discorso in piazza del popolo, è salito sulla papamobile per attraversare il centro della città.

Tutto era come mi aspettavo, se non che quando è passato davanti a noi ho avvertito una sorta di cambiamento; l’ho visto davvero da vicino, l’ho visto davanti a me (in linea d’aria) e guardandomi intorno ho compreso quello che stava succedendo: il Papa era a Cesena!

Per quei pochi minuti mi sono sentita lontana da qui, la mente mi si è svuotata e ho proprio vissuto la bellezza di quel momento. Forse è stato per il fatto che non eravamo a Roma, città immensa, ma nella nostra piccola Cesena. In realtà se ora ripenso a quel momento mi accorgo che è stato veramente breve, ma intenso. Dopo l’ingresso del Pontefice in Duomo, la gente si è calmata e lo spazio vicino alle transenne si è liberato. Un po’ ero dispiaciuta perché ero relegata in fondo, mentre alcuni della mia parrocchia erano riusciti a vederlo molto meglio. Mi sono avvicinata alle transenne e quando ho scoperto che il Papa sarebbe ripassato lì davanti, ho capito che avrei avuto un’altra occasione per vederlo, stavolta con il giusto pensiero.

B. S.

 

1 ottobre 2017, una data che non si dimentica. La sveglia è suonata alle 4,30 di mattina e alzarsi così presto solitamente costa fatica, ma non se si ha un buon motivo e si è emozionati. E io lo ero! Insomma sarebbe venuto il Papa in visita a Cesena, a due passi da casa! Con lo zaino in spalla e tanta voglia di sentire le sue parole mi sono posizionata vicino alle transenne di piazza Almerici insieme al gruppo della parrocchia di Bagnarola. Quando è passato davanti a noi sono riuscita a guardarlo negli occhi in un attimo che a ripensarci mi sembra infinito... In lui ho visto una persona umile e buona, che non si cura dei privilegi di una vita da "vip", ma che si mette al servizio del prossimo e illumina il cuore delle persone che lo ascoltano parlando nel linguaggio universale dell'amore!

L. D. A.

 

Siamo rimasti in piedi ad aspettare dalle 6 della mattina. Quando sono arrivata a Palazzo Del Capitano, piazza Almerici era già gremita di gente, centinaia di ragazzi come me si trovavano lì mossi dal mio stesso desiderio, cioè quello di vedere il Papa per le vie di Cesena. Per passare di fronte a noi, il Santo Padre stava giungendo per noi nella nostra città.

I canti di chiesa, i chiacchiericci eccitati e le risate vere e piene creavano un ambiente di festa e di gioia concreta. C'era una grande impazienza, una vivace trepidazione: si assaporava il gusto dell'attesa di qualcosa di grande.

Uno schermo proiettava gli spostamenti del Papa, il quale, con la sua semplicità e trasparente felicità, si stava avvicinando sempre di più a noi. Lo seguivamo tutti con attenzione.

Durante il suo discorso in piazza Del Popolo fra tutti noi ragazzi é calato il silenzio. Era chiamata in causa la nostra piazza, la nostra comunità. Eravamo chiamati in causa noi, prima come cittadini di Cesena, poi come Italiani. Ed eravamo chiamati in causa con parole semplici e chiare, che avrebbe potuto pronunciare anche un bambino, ma che racchiudevano la saggezza di un uomo di 80 anni. Con la limpidezza del suo discorso, papa Francesco ha ricondotto articolati e a volte incomprensibili ideali politici alla nostra realtà, semplice e umana.

Le telecamere poi hanno cambiato il loro obiettivo: il Papa si stava ora spostando verso piazza Almerici. Tutti noi eravamo frenetici ed emozionati: c'era chi saliva sulle spalle di un amico per poter vedere meglio e chi cercava di farsi strada fra gli altri per avvicinarsi il più possibile alle transenne. Io ero un po' più distante dalla strada: insieme a due mie amiche ero salita su due sedie fuori dalla pasticceria Babbi.

L'arrivo del Santo Padre ha generato un’emozione grandissima in me. Con la sua tunica bianca, con il suo sorriso paterno e sincero e con i suoi saluti pieni di tenerezza rivolti a noi lasciava una scia di positività e di allegria dove passava: tutti erano esultanti, mossi da una commozione grandissima.

Il Papa era venuto a Cesena come per riportare la testimonianza cristiana, a volte lontana dalla nostra realtà, ad una dimensione più vicina a noi.

Non l'avevo mai visto dal vivo prima, neanche a Roma: non sapevo che emozione avrei provato vedendolo vicino a me, ma ero curiosa di scoprirlo. Anche io ero desiderosa di accogliere papa Francesco nella mia città e di fargli festa, e nell'esatto istante in cui lui ha sorriso nella nostra direzione, tutta l'attesa precedente si é ridotta a un minuto e tutta la stanchezza accumulata è svanita. In quel preciso momento potevo provare soltanto una gioia piena e intensa nel mio cuore. Si trattava della gioia per la ricevuta di un annuncio, un messaggio, una chiamata che il Santo Padre aveva rivolto direttamente a me.

L. S.

 

Penso che l'arrivo di papa Francesco a Cesena domenica 1 ottobre sia stato un richiamo e una "sveglia" per tutti, sia i giovani che gli adulti che si sono riuniti in tutte le piazze delle città. Mi è sembrato davvero sorprendente come tante persone, più o meno credenti, rinunciando anche a molte ore di sonno e ad altri impegni, abbiano scelto di partecipare ad un evento certo emozionante per la sua unicità, ma che alla fine consisteva nel veder solamente passare per qualche secondo una figura vestita di bianco. Ma le sue parole, in particolar modo quelle rivolte ai giovani che non devono mai smettere di sognare e di sperare in qualcosa in cui credono confrontandosi anche con gli anziani, esperti di vita, quello sguardo e quel sorriso vivo che trasmettevano bene e serenità a chiunque lo vedesse passare, le strette di mano e gli abbracci calorosi e l'affettuosità con cui guardava bambini colpiti da problemi o gravi disabilità hanno manifestato concretamente la grandezza di quest' uomo!! Penso che sia stata un'esperienza davvero emozionante, probabilmente quasi più l'attesa, per cui ogni sacrificio è valso e anche solo vederlo per qualche secondo mi ha reso felice trasmettendo gioia e speranza nel mio e nel cuore di chiunque altro!!

S. B.

 

L'incontro con il Papa domenica mattina 1 ottobre è stato per me come una chiamata.

Una sveglia nella quotidianità, un avviso.

Un "vengo a casa tua per vedere proprio te".

Un dialogo che non è solito sentire alla mia età con il Signore.

E allora mi sono svegliata alle 4 della mattina per aspettare il Papa, un'attesa che non ha fatto altro che incrementare l'aspettativa.

E in quelle tre ore di attesa che ho passato in piedi in piazza Almerici ho avuto il piacere di conoscere tre simpatiche, anziane signore, che per la prima volta nella loro vita avevano l'occasione di incontrare il Papa.

Sono state tre ore di dialogo intenso, in alcuni momenti frivolo, in altri quasi impegnativo, e tutto ciò ha fatto nascere in me soprattutto stupore.

Che non ha fatto altro che aumentare quando il Papa ha incoraggiato il dialogo fra giovani e anziani, il confronto, il mettersi allo stesso piano, l'umiltà e l'ascolto.

B. M. L.

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