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Diritti

Pegah Moshir Pour a Cesena: "Tenere alta l'attenzione su quanto accade in Iran"

Nell'Aula Magna di Psicologia una mattinata su "Salute mentale e libertà". Al centro, l'intervento dell'attivista sulla condizione delle donne nel Paese islamico

Pegah Moshir Pour ed Elide Giordani (foto: Sandra e Urbano, Cesena)

Una mattinata su "Salute mentale e libertà", promossa da Ausl Romagna e Alma mater studiorum di Bologna, si è appena chiusa all'Aula Magna del Dipartimento di Psicologia di Cesena. Fra gli ospiti, Pegah Moshir Pour, attivista impegnata nella lotta per la libertà delle donne iraniane

I lavori, seguiti da una platea soprattutto di studenti, sono stati condotti dalla giornalista Elide Giordani. La direttrice del Dipartimento di Psicologia Unibo, Elvira Cicognani, ha rimarcato il rapporto inscindibile tra benessere mentale e libertà individuali, tema affrontato nel dettaglio da Michele Sanza, direttore del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche Forlì-Cesena dell’Ausl Romagna.

"Le democrazie non sono solo il principio di maggioranza - ha detto il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, intervenuto come esperto di Diritto costituzionale - ma sono chiamate a riconoscere i diritti di tutti i cittadini: civili, politici e sociali".

L'ultimo intervento - il più atteso - è stato quello di Pegah Moshir Pour, che, intervistata da Elide Giordani e rispondendo alle domande del pubblico, ha parlato della lotta per la libertà delle donne iraniane.

Pegah ha 32 anni e vive in Basilicata. Ha lasciato l’Iran con la sua famiglia quando aveva 9 anni. Dopo il Liceo linguistico, ha studiato Ingegneria edile, "una laurea considerata poco adatta a una donna". È consulente e attivista di diritti umani e digitali. Il suo nome è diventato popolare lo scorso febbraio quando è salita sul palco del Festival di Sanremo per un monologo in cui ha spiegato - come anche oggi a Cesena - che in Iran si rischia come minimo la prigione se si esprime liberamente il proprio pensiero o la propria femminilità. 

Cosa possiamo fare noi per l'Iran?

"Innanzitutto - risponde Pegah - non smettere di parlarne e tenere alta l'attenzione su quello che accade. La disobbedienza civile porta torture, arresti, morte. Dobbiamo fare in modo che questi sacrifici non siano vani e lottare per una cittadinanza globale, con diritti uguali per tutti. Non si deve dare spazio al regime iraniano come è stato fatto nei giorni scorsi al Social forum del Consiglio delle Nazioni unite. E poi ancora chiedere al governo italiano e all'Unione europea di limitare gli accordi economici con l'Iran. Infine inserire nella lista dei terroristi i Guardiani della rivoluzione islamica. La risoluzione, già approvata dal Parlamento europeo, si è arenata nel Consiglio europeo".

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Di seguito, la fotogallery della mattinata a cura di Sandra e Urbano fotografi (Cesena).

Pegah (28)

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