Cesena
stampa

lavoro sommerso

Regolarizzazione lavoratori immigrati, a Forlì-Cesena oltre 1.300 domande

Cisl Romagna: "Risposta parziale. Oltre a colf e badanti e lavoratori agricoli, si sarebbe dovuto pensare anche ad altri settori come edilizia, logistica e turismo"

Una colf straniera (foto Sir)

Sono 1.301 le domande di regolarizzazione di lavoro presentate da lavoratori immigrati nella provincia di Forlì-Cesena, di cui la gran parte, 1.080, riguardano il lavoro domestico e di assistenza e la parte restante, 221, il lavoro subordinato nel settore agricolo. In Emilia-Romagna sono state inviate 18.107 domande riferite al settore domestico e 2.101 domanda riferite al settore agricolo.

Dopo una prima fase piuttosto convulsa dovuta principalmente alla carenza di provvedimenti procedurali, durata dall'1 giugno al 15 agosto in cui, non senza notevoli difficoltà si potevano inviare le istanze di regolarizzazione, da metà agosto è scattata la cosiddetta "fase due" con l’istruttoria delle domande e la vera e propria regolarizzazione del rapporto di lavoro.

“Un intento, quello della regolarizzazione ed emersione dei rapporti di lavoro, che va certamente nella direzione giusta, ma che nella pratica si è concluso con una risposta parziale, come dimostrato dalla proroga dei termini per presentare le istanze di regolarizzazione dal 15 luglio al 15 agosto, senza comunque raggiungere il numero di domande stimate”. A dirlo è Francesco Marinelli segretario generale Cisl Romagna.

“Oltre a colf e badanti e lavoratori agricoli, l’iter avrebbe potuto e dovuto comprendere anche altri settori come l’edilizia, la logistica, il turismo, diventando in questo modo un’occasione per quantificare e far emergere dall’invisibilità questi lavoratori, in modo da offrire loro risposte in termini di tutele e garanzie lavorative, sanitarie e sociali. Senza contare che la regolarizzazione sarebbe stata un naturale freno al loro reclutamento illegale, una pratica purtroppo molto utilizzata anche nel nostro territorio”, puntualizza Marinelli.

“Ora - commenta Michele Mancini, responsabile Caf Cisl Romagna - visto lo stato dell’arte, siamo in una fase in cui il datore di lavoro che ha presentato istanza per assumere un cittadino migrante ha due strade percorribili: aspettare la chiamata della Prefettura o, nell’attesa, se intenzionato a iniziare da subito il rapporto di lavoro, procedere alla stesura di un vero e proprio contratto. Al di là di quale percorso si scelga, il nostro appello è che per evitare pasticci e complicazioni, il datore di lavoro si affidi sempre a operatori professionali, seri e qualificati. Il Caf Cisl, proprio per questi motivi, mette a disposizione il suo servizio ‘Colf e badanti’”. “E ciò - conclude Mancini - per un duplice motivo: da un lato si tutela il datore di lavoro, visto che proprio questa seconda fase, sulla base delle indicazioni della circolare n.2399 del 24 luglio 2020, redatta in modo congiunto del ministero dell’Interno e da quello del Lavoro e delle Politiche sociali, pone in capo allo stesso datore una serie di obblighi e doveri, dall’altro si tutela l’opera dello stesso lavoratore immigrato”.

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
Regolarizzazione lavoratori immigrati, a Forlì-Cesena oltre 1.300 domande
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento