Responsabilità individuale e ricerca della felicità: una nuova mentalità per un’economia del benessere. In uscita un libro di Manuela Cecchetti

“Essere sostenibile o non essere sostenibile, questo è il dilemma” direbbe oggi il celebre protagonista dell’opera shakesperiana Amleto. In effetti pensandoci bene, quella della sostenibilità ambientale è una questione cruciale in un mondo che non ha altra alternativa se non adottare nuovi comportamenti, dettati a loro volta da una rinnovata mentalità. È quanto prospetta Manuela Cecchetti, autrice del libro, fresco di stampa, La Terra… Un pianeta da amare. Cambiare mentalità e adottare nuovi stili di vita per un’economia del benessere, edito dalla Società “Il Ponte Vecchio” e con prefazione di monsignor Erio Castellucci, arcivescovo abate di Modena-Nonantola e presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi.

Guardando gli ultimi eventi, è ciò che le nuove generazioni, mobilitate dalla forza trainante della paladina svedese per l’ambiente Greta Thunberg, stanno chiedendo a gran voce ai capi di stato e a quanti li precedono, rei di aver compromesso il loro futuro oltre che la loro serenità.

L’aspetto trascurato per decenni e, oggi, in continua ascesa è che non esiste un pianeta b sul quale trasferirsi e riprendere la propria quotidianità come se nulla fosse accaduto nel frattempo. A questa presa di coscienza, meglio di niente seppur tardiva, molti fanno ancora opposizione e sembrano non intenzionati a rivoluzionare le loro abitudini. In realtà vivere una buona vita è una circostanza che riguarda tutti, nessuno escluso, e non dipende da fattori materiali. Anzi, la concentrazione sul mero aspetto materiale, come evidenziò nel 1974 Richard Easterlin, alla lunga finisce per creare frustrazione e rischia di deviare lo sguardo da ciò che conta realmente nella vita. Ecco, allora, che l’autrice del saggio sottolinea come “il benessere e la felicità di una comunità non dipendono esclusivamente dalla sfera materiale ed economica, ma risultano essenziali altri fattori quali i rapporti sociali vissuti con solidale umanità, le condizioni ambientali, la salute fisica e psicologica, l’istruzione, il coinvolgimento nella vita politica e in stimolanti attività personali”.

Per vivere bene è importante, poi, tenere conto di un altro aspetto, quello dell’altruismo: in una società dominata dallo spettro dell’individualismo non si può prescindere dal far riaffiorare il valore della considerazione e del rispetto dell’altro come punto di partenza imprescindibile per la costruzione di una nuova civilitas. A proposito, il belga Dominique Lambert, filosofo della scienza e professore all’Università di Namur, sostiene che il “rispetto dell’alterità presenta una componente ‘spaziale’, secondo la quale l’umano accetta di non occupare tutto lo spazio del creato, per lasciar essere l’altro: minerale, vegetale o animale. Ma esso si manifesta anche in una dimensione ‘temporale’. […] L’obliterazione dell’ambiente o la sua sistematica distruzione ci privano della nostra storia e ci separano da ciò che ha costituito le nostre radici e che fonda la nostra autonomia. […] Una distruzione dei paesaggi, degli ecosistemi ci sradica, ci separa dalle nostre origini e ci illude sulla nostra condizione”.

Tutti questi aspetti e molti altri vengono approfonditi nel saggio della Cecchetti che, come sostiene monsignor Erio Castellucci nella prefazione, si tratta di un “ricco volume” in cui “la felicità personale” e “la responsabilità sociale” sono “due dimensioni che in questo libro vengono continuamente intrecciate e proposte”.