Cesena
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Teatro

Romeo Castellucci in scena al Bonci con Bros

Venerdì 11 e sabato 12 novembre. Il 12 alle 18 dialogo tra l'artista e Silvia Vizzardelli 

foto Luca Del Pia

Torna in scena al Teatro Bonci, dopo un’assenza di 15 anni, l'opera d'arte totale di Romeo Castellucci, artista poliedrico tra i fondatori della Societas, regista, creatore di scene, luci e costumi, noto in tutto il mondo per il suo teatro fatto di immagini che toccano profondamente chi guarda, con una vera e propria esperienza trasformativa.

Coprodotto da Societas, Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro nazionale e altre 12 realtà internazionali, Bros è atteso a Cesena venerdì 11 e sabato 12 novembre alle 21.

Lo spettacolo è una riflessione sul nostro rapporto con la Legge, un esame profondo delle responsabilità individuali e collettive, della dimensione gregaria. E una inquietante allegoria sulla violenza e le degenerazioni del potere.

Un gruppo di 23 interpreti definiti “uomini dalla strada” è stato scritturato (attraverso una call che ha selezionato, per la maggior parte, persone dal territorio), per andare in scena senza avere imparato la parte, dopo aver sottoscritto un patto formale redatto dal regista, a cui promette di attenersi fedelmente, rimanendo comunque all’oscuro di ciò che accadrà durante la rappresentazione. Solo pochi minuti prima dell’inizio, a ciascuno viene consegnata una divisa da poliziotto e un auricolare senza fili, attraverso il quale riceve individualmente degli ordini.

All’apertura del sipario gli “attori” eseguono scrupolosamente i comandi senza avere il tempo di formulare una scelta e prendere una posizione, dominati da una dittatura invisibile.

La volontà cosciente si ferma e inizia l’esperienza di alienazione, mentre si compiono azioni che non si comprendono e per le quali non si è preparati.

La frenesia delle azioni non lascia spazio a nessun ripensamento e annulla la capacità critica.

Ma chi sono i poliziotti? Ci accorgiamo che, pur nel loro essere individui, sono somiglianti, sono “fratelli”. Sembra la moltiplicazione allucinata di una stessa persona che, nel medesimo tempo, condensa centinaia di azioni differite saturando lo spazio.

Gli agenti hanno il compito di far rispettare la legge ma qui la legge si trasforma presto in una farsa: una comicità data anche dai costumi degli attori, che si ispirano alla classica uniforme da poliziotto del cinema muto americano. Le potenzialità comiche – che inevitabilmente si scatenano – curvano verso una dimensione oscura e perturbante.

«Alle presenze di questi “attori” è chiesto di incarnare una qualità scenica che vive nell’istantaneità del compimento dell’azione, che taglia fuori ogni psicologia meditata per far spazio alla verità dell’esperienza, perché ciò che conta, qui, è l’immediata incorporazione della risposta e non l’improvvisazione smaliziata di chi conosce il mestiere» scrive il regista.

«L’attore è spettatore egli stesso di quanto viene facendo.

Il nodo tra attore e spettatore si stringe sino a soffocare ogni distinzione. La recita coincide con la vita che accade realmente. La parte non è più da preparare, ma da verificare.

Nessuna improvvisazione, bensì il baratro di un presente assoluto».

Sabato 12 novembre alle 18 è in programma l’incontro La vertigine del presente: la filosofa Silvia Vizzardelli (docente di Estetica e Filosofia della musica nel Dipartimento di Studi umanistici dell'Università della Calabria) dialogherà con Romeo Castellucci.

Coordina Piersandra Di Matteo.

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