Cesena
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TEATRO

Shoah, la Compagnia Fuori Scena presenta “La Memoria ad Alta Voce”

La scenografia della stazione ben si presta a dare voce alle parole del testo “Se questo è un uomo” di Primo Levi

Shoah, la Compagnia Fuori Scena presenta “La Memoria ad Alta Voce”

Uno spettacolo pensato per dare risalto alla Giornata della Memoria e per evocare il ruolo educativo della recitazione teatrale. Nasce con questa finalità il progetto di teatro urbano “La Memoria ad Alta Voce” progettato da Fabiola Crudeli e Riccardo Mantovani, rispettivamente Direzione Artistica -Pedagogica e Responsabile Europa della Compagnia teatrale Fuori Scena. Il progetto, che gode del patrocinio del Comune di Cesena e beneficia del cofinanziamento della Regione Emilia Romagna all'interno del bando “Memoria del Novecento. Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione della storia del Novecento”, è nato per riconquistare il protagonismo riflessivo del teatro sulla base delle toccanti memorie di Primo Levi in “Se questo è un uomo”.

Veri protagonisti del progetto sono gli attori, 50 volontari che saranno selezionati tramite una chiamata pubblica aperta fino a sabato 6 ottobre. Questi saranno coinvolti nel progetto tramite la mediazione teatrale tradizionale e, allo stesso tempo, vivranno un’esperienza etica e civile, una presa in carico coraggiosa della vita nella sua bellezza e nel suo dolore attraverso il corpo e la voce.

Chiamati a partecipare a tre laboratori di formazione, i volontari si esibiranno in uno spettacolo conclusivo, in programma sabato 27 ottobre alla stazione di Cesena. La scenografia della stazione ben si presta a dare voce alle parole del testo “Se questo è un uomo” di Primo Levi, il drammatico resoconto dell’autore sulla sua esperienza di Auschwitz. I binari, gli stessi che usiamo quotidianamente per lavoro o per svago, diventano un crocevia di memorie e rendono omaggio ai tanti deportati che partirono in treno diretti ai campi di concentramento. L’obiettivo di “La Memoria ad Alta Voce” è ricordare l’orrore dell’Olocausto per farlo divenire pensiero e riflessione attuale.

L’azione teatrale viene definita “gentile” dagli organizzatori, perché nasce per destare stupore e meraviglia nei  passeggeri che  si troveranno a transitare alla stazione, distratti dalla loro frettolosa quotidianità. Questo tipo di regia vuole stimolare un dibattito culturale, costruendo con il passeggero una relazione fatta di parole che vanno a ripetersi nel luogo e nella mente, cercando di rimembrare, perché “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” come scriveva lo stesso Levi.

L’Azione scenica si andrà a realizzare parte da una inversione prospettica importante: non sono più gli spettatori che vanno a teatro, ma gli attori che diventano performers recandosi di persona dai potenziali spettatori. Gli obiettivi di questa attività teatrale sono trasformare e rafforzare le competenze sociali e personali per rispondere all’esigenza di formare delle persone critiche e consapevoli.

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