Cesena
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STORIA

Signore di Cesena negli anni 1433-1465. Pubblicato un libro su Malatesta Novello

Il volume è stato presentato sabato 15 dicembre nell'Aula magna della Malatestiana

Signore di Cesena negli anni 1433-1465. Pubblicato un libro su Malatesta Novello

Ricorre nel corrente anno il seicentesimo di nascita (Brescia, 5 agosto 1418) di Domenico Malatesta, chiamato in seguito Malatesta Novello, dei Malatesti: fra le iniziative che solennizzano la circostanza, spicca la pubblicazione di un libro che di fatto suggella le celebrazioni "Malatesta Novello Malatesti signore di Cesena", (Società Editrice «Il Ponte Vecchio»). Negli intenti degli autori – Paola Errani e Marino Mengozzi (in foto con il sindaco Paolo Lucchi e con l'architetto Giordano Conti) – il volume si propone di fornire al più vasto pubblico, con un linguaggio appropriato e accessibile, con pochissime note ma senza rinunciare alle prerogative della ricerca storica, con il fondamentale ausilio degli esiti e dei frutti della più aggiornata letteratura, un ritratto informato e sintetico sul signore di Cesena negli anni 1433-1465: l’età che vede rinascere e fiorire la città con uno splendore e una lungimiranza ancora oggi testimoniati dalla magnificenza della Biblioteca, il vero “monumento” di Malatesta Novello e della consorte Violante – una donna illuminata e umile, volutamente rimasta in ombra – che l’unesco nel 2005 ha proclamato “Memoria del mondo”. Da questo breve segmento cronologico dipendono l’aggettivo e il sostantivo che fanno di Cesena una città malatestiana e la città della Malatestiana.

Gli autori hanno dunque pensato in primis ai Cesenati, per fornire loro un profilo conciso ma esaustivo sul concittadino forse più illustre, piccolo fra i grandi e grande fra i piccoli, che realizzò una sorta di doppia respublica. Di qui la narrazione ordinata di fatti e vicende mediante una Cronologia & Biografia supportata dai documenti, compresi squarci in lingua latina che affiancano le notizie senza sottrarre la vividezza testimoniale del colore linguistico, così limpido da non ostacolare la comprensione; alcuni medaglioni sugli aspetti maggiori della personalità del Malatesti (il condottiero e il politico, il signore di Cesena, i rapporti con la Chiesa e i Francescani, l’uomo di cultura, il testamento); un ritratto della moglie Violante Montefeltro; le peculiarità della Biblioteca, vera ‘corte’ del signore e della città; le vicende delle spoglie mortali, fino al recente, inatteso epilogo. Completano il libro la prima trascrizione integrale di due orationes in lode (Francesco da Figline?) e in morte (Francesco Uberti) del signore, a cura di Michele Andrea Pistocchi, e la più completa bibliografia (ben trecento titoli) sui magnifici domini, Novello e Violante, e sulla libraria dominorum.

presentazione libro Mengozzi

Nella loro fondamentale Introduzione, chiave interpretativa e di lettura del testo, Errani e Mengozzi marcano quella che definiscono la «doppia respublica» del Novello, generatrice di una breve (poco più di trent’anni) ma intensa stagione: che consegna Cesena alla storia mediante peculiarità e innovazioni che ne hanno alimentato la notorietà sino alla scala del ‘mondiale’ e ai giorni nostri. La respublica litteraria così in voga nell’Umanesimo – e della quale il nostro Malatesti si sente parte – nasce chiaramente sul modello della respublica christiana, tanto fruttuosamente presente nella tradizione medioevale (un paradigma incrinato da Francesco Petrarca, capostipite dell’Umanesimo e punto di riferimento degli umanisti). Fra gli anni 1450-1465 in Cesena fervono e operano, per volere e iniziativa di Novello suo signore, nonché impulso di Violante sua signora, due cantieri apparigliati, uno edilizio e l’altro culturale: il primo erige lo spazio umanistico-spirituale della biblioteca, il secondo allestisce un formidabile scriptorium dal quale sortiscono più di centoventi manoscritti. Ma Novello (con Violante) ha compreso che la respublica litteraria non basta: da sola è un locus amoenus, meraviglioso e ridente, ma pur sempre chiuso; quel luogo va aperto e condiviso, messo in comunicazione con altri luoghi dell’impianto urbanistico ove scorre la vita quotidiana dei cives e della città. Quei luoghi sono: la cattedrale, la ‘prima casa’ di Dio dove il vescovo tiene la cathedra dalla quale insegna; l’ospedale, dove si reca l’uomo malato, povero, pellegrino; le chiese e i conventi dove vivono i discepoli di san Benedetto, san Francesco e san Domenico; gli spazi urbani dove si esercitano e svolgono le attività che recano sostegno alla comunità e alle singole famiglie; le strutture di pubblica utilità che proteggono gli abitanti e permettono un ordinato svolgimento funzionale. Tutto ciò corrisponde alla memoria ‘residuata’ della ormai vetusta respublica christiana: attardata nelle forme e nei contenuti medievali, bisognosa di rinnovamento e manutenzione intellettuale, non più contenibile in schemi raziocinanti rigidi e strutture incrinate dal tempo e dall’usura, comunque solida nelle radici di pensiero e idealità. È dunque questo il ‘segreto’ di Malatesta Novello, la cui statura va un po’ demitizzata e ricondotta a una visione più confacente alla signoria piccola di una piccola città, tuttavia guidata e condotta con saggezza lungimirante, profondo senso civico, umanistica apertura e non bigotto senso religioso: senza nulla togliere al colpo di genio che si materializza nella Biblioteca, subito affidata alla comunità civica che, conscia o meno, ne comprende l’enorme valore e la custodisce intatta fino a oggi. Quel mirabile spazio è un tempio culturale e spirituale: sotto le sue volte si riepiloga il depositum della tradizione e si attualizza il miracolo della conoscenza. Ma c’è una condizione necessaria, oggi meno facile di ieri: chi vi entra e sosta deve essere capace di silenzio e ascolto, deve saper esercitare simultaneamente lo sguardo della mente e del cuore.

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