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Trevi chiude i conti con il difficile 2020. Ma guarda con fiducia al futuro

La società cesenate vede scendere i ricavi del 21 per cento (da 623,2 a 491,3 milioni di euro) ma il risultato operativo ante imposte segna un netto miglioramento, passando da un rosso di 36,9 milioni di euro a 553mila euro in positivo

Trevi chiude i conti con il difficile 2020. Ma guarda con fiducia al futuro

Segnali in chiaroscuro per la Trevi, ma la società cesenate sembra intravedere la luce in fondo al tunnel. Il Consiglio d’amministrazione di Trevi finanziaria industriale ha approvato ieri il bilancio 2020, convocando gli azionisti in assemblea il 31 maggio e il primo giugno.

In un anno che ha visto sprofondare l’economia mondiale, la già zoppicante Trevi vede scendere i ricavi del 21 per cento (da 623,2 a 491,3 milioni di euro) ma il suo risultato operativo ante imposte segna un netto miglioramento, passando da un rosso di 36,9 milioni di euro a 553mila euro in positivo. Anche il margine operativo lordo, cresce del sette per cento, a quota 45,39 milioni di euro.

Nel 2020 i ricavi da lavori speciali di fondazione sono scesi del 9,5 per cento (377,6 milioni di euro), mentre i ricavi da produzione macchinari speciali per fondazioni sono crollati del 43,4 per cento (118,5 milioni di euro).

Nello stesso anno la Società ha completato il percorso di rafforzamento del patrimonio e di ristrutturazione dell’indebitamento, iniziato nel 2017. Al 31 dicembre 2020 il patrimonio netto dalla Società è risultato pari a 128,5 milioni di euro (a fronte di un passivo di 268,6 milioni di Euro al 31 dicembre dell’anno precedente). Il patrimonio netto del Gruppo a fine 2020 è risultato pari a Euro 120 milioni (contro un meno 222,2 milioni di Euro al 31 dicembre 2019).

“Nonostante il diffondersi della pandemia da Covid-19, che ha significativamente influenzato l’operatività del Gruppo – ha commentato l’amministratore delegato del Gruppo Giuseppe Caselli – le azioni che abbiamo adottato ci hanno permesso di affrontare la pandemia, di completare con successo la complessa operazione di ripatrimonializzazione e di ristrutturazione dell’indebitamento finanziario del Gruppo, di rivedere la struttura organizzativa del Gruppo per meglio posizionarlo sui mercati internazionali e di ridurne i costi operativi. Ciò premesso, ci lasciamo questo annus horribilis alle spalle con la consapevolezza che il Gruppo ha dimostrato una straordinaria resilienza, raggiungendo comunque risultati incoraggianti, e con la concreta fiducia, suffragata dagli andamenti dei primi mesi dell’anno, che il 2021 può rappresentare, anche in virtù del framework internazionale positivo che circonda l’intero settore delle costruzioni e infrastrutture, un anno di rilancio”.

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