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la testimonianza

Un'intera famiglia col Covid. "Adesso possiamo dirlo: bravissimi i medici delle Usca"

Il racconto di Lisa Brigliadori: "In casa c'erano anche i nonni, nell'appartamento al piano terra. Abbiamo fatto di tutto per tranquillizzarli. Ma non è stato sempre facile. In questi periodi, lo dico adesso, ci vuole tanta prudenza"

Foto archivio Ansa/SIR

"Ti senti isolato dal mondo e impotente. I figli si spaventano. È un attimo andare in panico". Lo dice Lisa Brigliadori, cesenate e mamma di famiglia, da anni con responsabilità sindacali alla Confcommercio di Cesena. Con il marito Moreno, bancario, e il figlio Lorenzo al primo anno di università, ha vissuto 23 giorni di lotta contro il Coronovirus. 

"Il primo novembre è arrivato il signor Covid - dice subito esorcizzando il male che si è insinuato nella vita familiare -. Il primo tampone di mio marito è stato negativo, ma è stato eseguito troppo presto. Poi sono risultati positivi. Aveva mal di testa, raffreddore, non stava bene. I tipici segnali del virus. Io avevo febbre a 37,5, lui a 38. Il medico di famiglia (è stato molto bravo) ci ha segnalati per un tampone urgente".

L'isolamento per genitori e figlio è stato immediato. "Io non riuscivo ad alzarmi dal letto - prosegue la signora -. Ho avvisato il mio medico dicendogli che avevo un gran male dietro la schiena. Così sono stati avvisati i medici della Usca. Sono arrivati a casa immediatamente, nel giro di mezzora. Quando si sono vestiti facevano impressione. Ci hanno fatto il tampone a tutti. Sono molto bravi. Non si sente niente".

Per fortuna c'è l'ecografo. "Sì - aggiunge Lisa - perchè sembrava che io non avessi nulla. Poi la dottoressa è scesa in auto e ha preso l'ecografo portatile e ha visto un'inizio di polmonite. Mi ha prescritto gli antibiotici e nel giro di due giorni stavo già bene. Hanno continuato a seguirmi i dottori delle Usca anche se mio figlio ed io non siamo mai risultati positivi al tampone. Ma io ero un caso anomalo".

Il marito, invece, è rimasto in isolamento per 23 giorni. "Ci hanno seguito tantissimo, i medici delle Usca - prosegue nel racconto la signora -. Ci hanno chiamato ogni giorno. Bravissimi. I tamponi, invece, in un caso hanno avuto un ritardo di cinque giorni. Un tempo lunghissimo".

Adesso che succede? "Per fortuna alla fine ce la siamo cavata con poco, ma la paura è stata tanta. Occorre stare molto attenti e in allerta verso i primi sintomi. E chiamare subito il medico". 

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