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Consiglio d'Europa

Una cesenate vicepresidente delle Camera delle Regioni d'Europa

La ratifica dell'elezione è arrivata oggi

Lia Montalti in ufficio in Regione a Bologna

Il Congresso dei Poteri e delle Autorità Locali del Consiglio d’Europa, a Strasburgo, ha ratificato oggi l’elezione a vicepresidente della Camera delle Regioni della consigliera regionale Pd Lia Montalti.

La consigliera, che in Ufficio di presidenza dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna ha le deleghe alle politiche europee e alle relazioni internazionali era stata indicata come membro del Congresso a inizio anno.

Dopo i primi contatti con il gruppo S&D (Socialists & Democrats, Socialisti e Democratici), è stata candidata a vice-presidente della Camera delle Regioni in virtù del lavoro portato avanti nei suoi anni come amministratrice locale e regionale su politiche e coesione europea, sull’utilizzo dei fondi europei e sul lavoro fatto per avvicinare i cittadini alle dimensione europea e internazionale.

“L’ufficialità arriva oggi – spiega la consigliera –, ma già ieri si è proceduto ad eleggere il Bureau e, ovviamente, il Presidente del Congresso, l’olandese Leen Verbeek, veterano dell’istituzione. Nella sua prima relazione Verbeek ha fissato quelle che saranno le cinque priorità tematiche del mandato 2021-2026 del Congresso: risposte locali e regionali efficaci alle crisi della salute pubblica, monitoraggio della qualità della democrazia rappresentativa e della partecipazione dei cittadini, ridurre le diseguaglianze sul campo, questioni ambientali e azioni per il clima nelle città e nelle regioni, digitalizzazione a intelligenza artificiale nei contesti locali”.

Ma c’è già un’emergenza su cui intervenire: “È un momento molto critico per la giustizia sociale, e non solo, nel nostro continente. L’uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, adottata proprio dal Congresso nel 2011 è deplorevole e compromette la protezione delle donne in Turchia, in Europa e oltre. La deriva autoritaria della Turchia è preoccupante e rischia di innescare un effetto domino su diversi stati europei, Polonia e Ungheria in primis”.

Prosegue poi la consigliera dem: “La Convenzione di Istanbul non è solo un pezzo di carta, ma è lo strumento giuridico più alto a livello internazionale per proteggere donne e ragazze di tutto il mondo dalla violenza che si trovano ad affrontare ogni giorno, fissando come reati la violenza psicologica, lo stalking e gli atti persecutori, la violenza fisica, la violenza sessuale - compreso lo stupro -, il matrimonio forzato, le mutilazioni genitali femminili, l’aborto forzato e la sterilizzazione forzata, le molestie sessuali”.

Battermi affinché l’Europa non faccia passa indietro sui diritti delle donne sarà il mio primo impegno al Congresso d’Europa, portando avanti i valori che i nostri territori esprimono e che con il Gruppo regionale del PD portiamo avanti ogni giorno in Regione” conclude.

Fonte: Comunicato stampa
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