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Addio a Tinin Mantegazza, il papà di Dodò

Aveva 89 anni. Da decenni risiedeva a Cesenatico. Artista poliedrico, fu anche presidente della fondazione "Tito Balestra" di Longiano

Tinin Mantegazza (foto Fondazione Tito Balestra onlus)

È morto ieri sera, a 89 anni, l'artista Tinin Mantegazza, ligure di Varazze, milanese da quando aveva sei anni, e, da decenni, residente a Cesenatico

Figura poliedrica nel panorama culturale italiano, fu regista, illustratore, pittore, organizzatore teatrale e giornalista. Ha vissuto il dopoguerra lavorando al quotidiano "La Notte" come disegnatore. Ha passato la stagione irripetibile degli anni '60 mettendo in piedi il “Cab 64” un cabaret, in cui si esibirono i giovanissimi Cochi e Renato, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci, Giogio Gaber, Paolo Poli. Negli anni '70 fondò il teatro Verdi e la compagnia teatrale "Il Buratto".

Lavorò molto con la Rai, costruendo, con la moglie Velia, più di duemila pupazzi teatrali e televisivi, firmando programmi o collaborando a diverse produzioni rivolte ai ragazzi, come l’Albero azzurro, per cui inventò il pupazzo Dodò. Collaborò per anni anche con Enzo Biagi, realizzando i disegni delle schede dei programmi condotti dal giornalista.

Dal 2011 al 2015 fu presidente della fondazione "Tito Balestra" onlus di Longiano.

"Cesenatico perde un artista, un creativo incredibile e sopratutto un uomo in grado di aprirci gli occhi e di farci vedere il mondo sotto prospettive diverse", il commento, sui social del sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli.

"Ciao Tinin, ciao amato presidente. Poche sono le parole... già ci manchi. Vogliamo ricordarti attraverso le tue opere", il messaggio della fondazione d'arte "Tito Balestra" di Longiano.

L'Amministrazione comunale di Longiano, in una nota, ricorda che Mantegazza "da diversi anni ci faceva un grande regalo: un suo disegno dedicato alla Longiano dei presepi, manifestazione di cui aveva anche disegnato il logo e che la Stamperia Pascucci faceva rivivere attraverso le sue tele stampate. Disegni che reinterpretavano l'iconografia natalizia con stupore fanciullesco e ironia a un tempo: un angioletto birichino che tira la coda alla stella cometa, un bambino che porta la cometa come un aquilone, e un'indimenticabile "Madonna lattea" con il motto "In braccio alla madre è sempre poesia". La città di Longiano lo saluta con grande affetto e abbraccia Velia Mantegazza".

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