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Cesenatico ricorda la tragedia del 2 agosto 1966

Sono passati 52 anni da quando un’autocisterna che trasportava gpl per rifornire la stazione di servizio lungo la statale Adriatica, a causa di un guasto, prese fuoco, provocando la morte, nel giro di poche ore, di sei giovani vite. Il ricordo nella stampa nazionale dell'epoca

Ritaglio La Stampa, 3 agosto 1966

A Cesenatico, il 2 agosto 1966, nel bel mezzo della stagione balneare, durante il decennio del “boom economico”, nelle prime ore di un assolato pomeriggio, si verificò una delle più gravi tragedie registrate nella cittadina. Da un’autocisterna che trasportava gpl (gas di petrolio liquefatto) per rifornire la stazione di servizio lungo la statale Adriatica (ove è tuttora presente), a causa di un guasto, è improvvisamente fuoruscita una grande quantità di gas che ha preso fuoco, provocando la morte, nel giro di poche ore, di sei giovani vite.

Un dettagliato resoconto è stato pubblicato su La Stampa del 3 agosto 1966 dal titolo “Terrificante sciagura ieri pomeriggio sulla statale Adriatica - Tre morti e tre moribondi per uno scoppio di gas che devasta a Cesenatico una stazione di servizio” (foto in alto). Si riporta qui di seguito un breve stralcio.

Le vittime sono tre giovani di 15, 18 e 19 anni. Verso le 15 l’autocisterna condotta dagli autisti Walter Ponzi di 36 anni e Roberto Morigi di 26, entrambi di Ravenna, stava provvedendo al rifornimento della stazione di servizio. Con i due autisti c’era pure il diciannovenne Walter Calisesi, figlio del proprietario della Società Carburanti di Cesena, il quale controllava la quantità di gas liquido che passava dalla cisterna al serbatoio interrato.  Inoltre, a poca distanza, si trovavano il gestore della stazione di servizio Guido Coppari, di 43 anni e i suoi figli Vincenzo di 18 anni e Giovanni di 15, residenti a Cesenatico. Improvvisamente a circa metà dell’operazione di scarico, è avvenuta la tragedia. Con le ambulanze tutti e sei gli ustionati sono stati trasportati al Sant’Orsola di Bologna, ma entro la notte sono deceduti prima i ragazzi e poi i tre adulti per le orribili ustioni riportate in tutto il corpo.

Di questa tragedia anche l’Unità, redazione di Milano, ha pubblicato un trafiletto (foto in basso), mentre stranamente non ho trovato riscontro presso la redazione locale de Il Resto del Carlino.

Quattro le famiglie coinvolte dal grave lutto, ma la più colpita è stata quella di Guido Coppari, morto con i due figli e lasciando sola la moglie.

Alcuni anni dopo, la palestra della nuova scuola media di Cesenatico in via Sozzi, su suggerimento del preside don Dante Piraccini di Cesena è stata intitolata ai fratelli Vincenzo e Giovanni Coppari, ex allievi di quella scuola. Il professor Enea Casagrande, illustre personaggio dell’ambiente letterario cesenaticense, coniò l’epigrafe commemorativa incisa sulla lapide: “In un lampo si consumò l’ardente giovinezza”. Attualmente, dopo recenti lavori di manutenzione e restauro della palestra, la lapide è scomparsa, non però il ricordo di quella grande tragedia.

Ritaglio L'Unità (2 agosto 1966)

Ritaglio L'Unità (2 agosto 1966)

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Cesenatico ricorda la tragedia del 2 agosto 1966
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