emergenza sanitaria
Coronavirus, un parroco riflette sulla libertà
Una riflessione di don Mirco Bianchi, parroco di Villamarina-Gatteo Mare
Condividiamo con i lettori una riflessione di don Mirco Bianchi, parroco di Villamarina-Gatteo Mare, ispirata dal momento di prova che tutti stiamo vivendo.
***
La libertà
La libertà a Gennaio aveva un peso ed un prezzo molto diverso dalla libertà che stiamo sperimentando adesso.
Fino a poco tempo fa si aveva l’idea di libertà come “fare ciò che si vuole” oppure come “opportunità di azione”.
Oggi è sempre più evidente che la libertà ha necessità di radicarsi in un’appartenenza.
Oggi tutti si riscoprono nazionalisti,
oggi tutti rispettano le regole dell’isolamento,
oggi tutti soffrono nella malattia o nella speranza di non ammalarsi o morire per questo “maledetto coronavirus”,
oggi la nostra libertà si riscopre anche in un’appartenenza, riconoscendoci fratelli.
Gesù ci ha detto: “non vi chiamo più servi ma amici”.
Oggi ci riscopriamo un po’ tutti più amici, non perché abbiamo la stessa fede ma perché abbiamo tutti lo stesso desiderio; quello di non morire mai.
Gesù ancora ci dice: “non voglio la morte del peccatore ma che si converta e viva”.
Rispetto la libertà di chi non crede;
rispetto anche coloro che si affidano al Signore della vita.
La libertà è un bene prezioso: non dimentichiamolo.
I martiri Cristiani avevano ben chiaro a quale prezzo erano stati riscattati, un prezzo che nessun potere di questo mondo potrà mai offrirci in pienezza.
Ringrazio i medici, gli infermieri, tutto il personale sanitario e tutti coloro che continuano incessantemente a donare tempo ed energie affinché nessuna persona sia abbandonata alla perdita di speranza del vivere.
Ringrazio ciascuno di voi che mi permettete ancora di esprimere a parole ciò di cui il mio cuore è pieno per gratitudine.
Don Mirco
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento