Il ricordo della prof Giancarla Rossi, in Calisesi

Sabato pomeriggio si sono svolti nella chiesa di San Giacomo sul portocanale, i funerali di Giancarla Rossi, in Calisesi.

Al termine della Messa celebrata dal parroco don Gian Piero Casadei, un ex studente, il comandante della Polizia locale, Edoardo Maurizio Turci, ha tracciato il profilo della prof. Ecco, di seguito, il suo ricordo.

"Il giorno di ognuno è fissato. Per tutti è breve e immodificabile il tempo della vita". Sono le parole che Virgilio ci consegna nel decimo canto dell'Eneide, dove aggiunge: “...sono però le qualità morali a proiettare su di un altro piano la personalità di chi lascia questo mondo”. E di qualità morali la nostra Giancarla ne aveva: doti umane apprezzate da tutti e che sono state per tutti: in famiglia, poi in campo professionale, sociale, culturale.

La grandezza dell’uomo sta proprio nel non valutare la durata delle testimonianze di vita, grandi o piccole che siano, di civiltà, di progresso, sulla misura del tempo che ci è dato di vivere e tutto quello che Giancarla ha prodotto in vita sta lì a testimoniare il suo grande impegno, a cui va il nostro grato e affettuoso ricordo accompagnato dall’interrogativo di sempre: dove si trova in questo momento, dopo il suo addio silenzioso e così repentino? Alla nostra fede in Dio la risposta. Il suo ricordo ci risveglia nella mente cose che popolano la nostra esistenza; un cammino nel quale il nostro sguardo, la nostra mano e il nostro cuore si impadroniscono di aspetti, di affetti e di volti che fanno parte del nostro destino.

Giancarla è stata mia insegnante in prima media a Gatteo, nel 1967-68, dopodiché scelse la professione di farmacista assieme al marito Alfredo, fedele compagno di una vita. Ricordo una memorabile gita scolastica nella primavera del 1968 sul lago di Garda; nel pullman a fianco della nostra professoressa c’era anche Alfredo, a dimostrazione di come fosse una coppia affiatata, unita e complice.

Poi le vicende professionali mi portarono negli anni ‘80 a Mercato Saraceno dove il ricordo del dottor Rossi, primario chirurgo dell’ospedale mercatese, era ancora molto presente. Venni in seguito a conoscenza che era il padre di Giancarla. Avendo lei acquisito il cognome del marito, Calisesi, in un primo momento non collegai il dottor Rossi con la figlia, mia insegnante di matematica e scienze.

Giunto poi a Cesenatico meno di una decina d’anni fa, ebbi la gradita visita in ufficio di Giancarla e Alfredo e in quell’attimo, rivedendola come oltre quarant’anni prima, avvertii la sensazione di come il tempo non fosse mai trascorso, ma cristallizzato nel ricordo di quegli anni lontani, spensierati e fuggitivi. Poi le visite cordiali e augurali per le ricorrenze e festività natalizie hanno rinsaldato l’amicizia, della quale mi sento onorato.

In Giancarla emergeva qualcosa che andava in controtendenza rispetto al mondo di oggi dove tutto, o quasi, è finzione, apparenza. Essere e non apparire, e questo suo Essere l'ha dimostrato sia come moglie, madre e nonna esemplare, sia come professionista e, per me, anche come professoressa, facendo comprendere come ...il buon nome valga più di grandi ricchezze, e la stima e la riconoscenza, più di tutto l'oro di questo mondo.

La cerimonia di oggi ci chiama infine a riflettere sul fatto che noi siamo vivi dinanzi a chi ci ha lasciato, nella consapevolezza però, che essi vivono in noi, in un rapporto di compresenza che ci fa morire in essi, come loro stessi ri-vivono in noi, attraverso la preghiera e il ricordo, assieme ai familiari e tutta la comunità. Per Sant'Agostino “un sorriso” di chi è vivo diventa “la pace” della persona che non c’è più, la cui vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, perché c’è sempre una continuità che non si spezza mai, e così è anche per la nostra Giancarla.