Cesenatico
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Operazione antimafia

N’drangheta, infiltrazioni anche a Cesenatico

La Guardia di Finanza ha scovato un illecito giro di affari con radici in Calabria

foto: Guardia di Finanza

"Nella giornata odierna un’operazione su vasta scala della Guardia di Finanza coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia ha portato a numerosi arresti, sequestri e misure cautelari a persone che sarebbero affiliate a cosche dell’N’drangheta. Parte delle attività illecite e dei sequestri sono stati operati anche sul territorio comunale di Cesenatico dopo indagini molto lunghe e scrupolose". Lo scrive il sindaco Matteo Gozzoli sui social.

Lo stesso primo cittadino ha dato il "la" alle indagini segnalando vari investimenti anomali nel campo della ristorazione in città da parte di una famiglia.

"Se da una parte non posso che esprimere tristezza e dolore per quanto era in essere sul nostro territorio - scrive Gozzoli - dall’altra non posso che ringraziare il prezioso lavoro svolto dalla Guardia di Finanza e da tutte le forze dell’ordine coinvolte e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. Occorre prendere coscienza che i tentativi di infiltrazione siano frequenti anche nel nostro territorio ma è fondamentale che da parte della comunità e delle istituzioni vi sia la massima attenzione nel combattere la mafia in tutte le sue forme".

L’operazione, denominata “Radici”, ha preso le mosse dal monitoraggio di cospicui investimenti immobiliari e societari riconducibili a soggetti di origine calabrese. È stata così fatta luce su infiltrazioni nel tessuto socio-economico dell’Emilia Romagna di organizzazioni criminali di stampo mafioso radicate in Calabria.

Gli investimenti illeciti, fa sapere la Guardia di Finanza - molti dei quali avvenuti in piena emergenza epidemiologica da Covid-19 - hanno riguardato, nel tempo, esercizi commerciali ubicati principalmente lungo il litorale romagnolo e operanti in variegati settori economici, tra cui l’edilizia, la ristorazione e l’industria dolciaria. Dopo mesi di complesse investigazioni, è emersa la presenza nel territorio regionale di piccoli gruppi di matrice ‘ndranghetista, ognuno dei quali guidato da personalità di spicco, con propri interessi economici e, soprattutto, provvisto di legami con diverse famiglie e mandamenti della “casa madre” in Calabria, spesso menzionati nelle varie conversazioni captate.

Grazie al ricorso a indagini tecniche, telefoniche e ambientali, e all’esame di oltre un centinaio di rapporti bancari, è stato documentato un vorticoso giro di aperture e chiusure di società che, formalmente intestate a soggetti prestanome, venivano utilizzate come “mezzo” per riciclare denaro o per consentire l’arricchimento dei reali dominus, il tutto mediante sistematiche evasioni fiscali perpetrate per lo più attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture false, sovente preordinate al trasferimento di ingenti somme di denaro e al compimento di vere e proprie distrazioni patrimoniali, con palese noncuranza delle possibili conseguenze in termini di procedure fallimentari.

Tali illeciti, precisa la Guardia di Finanza, si sono consumati in un contesto criminale connotato da ripetuti episodi di intimidazione e minacce, oltreché, in alcuni casi, di vere e proprie violenze ai danni degli imprenditori che si sono rifiutati (o hanno tentato di farlo) di aderire alle richieste dei sodali.

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