Dal Mondo

Spegnere il televisore o rifiutarsi di guardare le notizie online non funziona in un mondo in cui la connessione è condizione costitutiva delle nostre vite collettive. La soluzione, per quanto scontata (e difficile da realizzare), resta una sola: l’educazione

A prendere le distanze dalla guerra sono gli stessi russi: non quelli delle province, dove la fonte primaria di informazione continua ad essere la tv di Stato, ma a Mosca e nelle principali grandi città, dove si può e si sa accedere sulla rete a informazioni non controllate, la dissidenza si muove e si sta ampliando un fronte interno di opposizione

Non è esercizio facile scrivere di quanto sta accadendo in Ucraina, con la situazione in continua evoluzione e senza ricorrere ai luoghi comuni o alla retorica. C’è un elemento, però, su cui vale la pena rivolgere l’attenzione per le conseguenze possibili che può avere anche sul nostro territorio a medio o lungo termine

Al confine tra i due Paesi si sta organizzando l'accoglienza di bambini, donne e anziani in fuga dall'invasione russa. Campi di prima accoglienza, raccolte di fondi, solidarietà, abbracci. La preparazione di pasti caldi, la disponibilità di cure mediche. Tra paura e incertezza sul futuro

La testimonianza di don Moreno Cattelan, sacerdote del "Don Orione" in Ucraina “La situazione è difficile e per certi versi assurda. Nessuno sa cosa fare e molte persone, in particolare donne e bambini, vivono ora per ora pensando solo a mettersi in salvo, senza sapere bene dove e come”

"Kiev è sotto bombardamento. Ci sono scontri nel cuore della capitale. Purtroppo si contano vittime anche tra i civili. I soldati russi sono sulle strade centrali della città dove per tutta la notte ci sono stati esplosioni e spari e continuano ad esserci”. È il racconto da Kiev di don Taras Zheplinskyi, capo redattore del Dipartimento di comunicazione della Chiesa greco-cattolica ucraina

Le sanzioni economiche sono l'ultimo tentativo di fermare uno scontro militare. Devono essere efficaci per ridurre alla ragione Paesi che non rispettano confini o diritti. Devono essere più che mirate per non indebolire le popolazioni dei paesi colpiti, spesso già in difficoltà in regimi non democratici e con una spesa squilibrata verso le armi o a vantaggio delle oligarchie

“Facciamo appello ai leader europei riuniti oggi per una riunione speciale del Consiglio europeo perché mostrino unità e approvino misure che promuovano la riduzione dell'escalation e il rafforzamento della fiducia, evitando al contempo qualsiasi passo che potrebbe potenzialmente rafforzare il conflitto violento”

 

Bronislav Vasylyshyn vive a San Piero in Bagno, la sorella e altri parenti vivono Leopoli, al confine con la Polonia