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ALFIE EVANS

Alfie Evans: il rinvio dell’interruzione dei trattamenti e la concessione della cittadinanza italiana

Si è conclusa con un rinvio dell’interruzione dei trattamenti che tengono in vita Alfie Evans una giornata iniziata nel peggiore dei modi

Alfie Evans: il rinvio dell’interruzione dei trattamenti e la concessione della cittadinanza italiana

“Siamo grati che il nostro avvocato Diamond sia riuscito a fermare temporaneamente l’esecuzione: ci sono negoziati in corso, chiediamo urgentemente le vostre preghiere perché Dio ci indichi la via per porre fine a questo incubo, in un modo che sia buono per tutti e permetta ad Alfia di partire”. Si è conclusa con un rinvio dell’interruzione dei trattamenti che tengono in vita Alfie Evans una giornata iniziata nel peggiore dei modi, con la Corte europea dei diritti umani che aveva rigettato in mattinata il ricorso presentato dai genitori dichiarandolo inammissibile. La Corte aveva anche ricevuto dai genitori di Alfie un ricorso in cui chiedevano di stabilire che le autorità britanniche stavano violando il diritto alla libertà di movimento del piccolo non consentendo il suo trasferimento in un altro ospedale. Nel pomeriggio anche l’annuncio della Farnesina: “I ministri Alfano e Minniti hanno concesso la cittadinanza italiana al piccolo Alfie. In tale modo il governo italiano auspica che l’essere cittadino italiano permetta, al bambino, l’immediato trasferimento in Italia”. A Liverpool era presente Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Bambino Gesù: “Ho parlato con i genitori, sono stata vicina a loro, ma non ho potuto parlare con nessun altro. Il papà di Alfie aveva chiesto di lasciarmi entrare nella camera, ma anche questo non è stato possibile e, comunque, non sarebbe servito”.

Intanto, la drammatica vicenda del piccolo Alfie ha scosso tutta l’opinione pubblica. A tal riguardo, Daniele Scarpellini, nostro lettore, ci manda questi versi che riproponiamo:

Anche se si muove,

anche se è vivo,

anche se vive,

anche se ti guarda e sbatte gli occhi,

anche se ciuccia il ciuccio,

anche se respira,

anche se il suo cervello non è piatto,

anche se non sappiamo qual è la sua malattia,

anche se non stiamo facendo accanimento terapeutico,

anche se qualche altro ospedale vuole accogliere tuo figlio,

anche se 240.000 persone ci hanno chiesto per iscritto di lasciarlo vivere,

anche se il Papa ci ha chiesto di ripensarci,

anche se ormai abbiamo superato ogni limite disumano di credibilità,

anche se tu continui a lottare come un (illuso) disperato.

 

Noi abbiamo il potere, quello che tu non hai,

abbiamo i soldi, quelli che tu non hai,

possiamo nascondere (quasi) tutto,

possiamo dirti che sei un ignorante e che non sai qual è il bene di tuo figlio,

possiamo trattarlo come ci pare, 

possiamo anche fargli del male sotto i tuoi occhi,

ogni tanto possiamo sbagliarci a medicarlo,

facendo credere a tutti che è tutto a posto, tutto normale:

tu devi solo stare zitto e guardare.

 

Abbiamo la polizia, l’opinione pubblica, i giornali, la tv, internet.

E tu cosa speri di fare?

Possiamo mandarti via come e quando vogliamo,

possiamo minacciarti, possiamo bloccarti,

possiamo dire a tutti che non avete nessun diritto di essere i suoi genitori,

possiamo far tacere te e tutti quei bastardi che hanno solo voglia di darci delle rogne,

abbiamo la vita del tuo bambino nelle nostre mani,

possiamo ucciderlo come e quando vogliamo.

 

Ma non ti sei neanche accorto, ignorante come sei,

che le persone che tu paghi per salvare la vita di tuo figlio,

quelli che tu paghi per proteggerlo, 

quelli che dovrebbero aiutarti,

quelli che dovrebbero fermare tutto,

sono tutti dalla nostra parte?

 

Fosse stato il figlio della Regina tutto questo certo non lo avremmo potuto fare,

ma con dei poveri inutili come voi, è tutto molto più facile.

Possiamo perfino dire alla corte dei (non) diritti dell’uomo che decidiamo noi per Alfie,

basta che ripetano esattamente quel che gli diciamo. 

Alzate pure la voce, tanto non siete nessuno.

 

Non potete decidete tu e tua moglie, poveri idioti, che pensate di amare vostro figlio.

Non le migliaia di persone che vi stanno vicino,

non le mamme di quell’ipocrita e ossessivo ospedale italiano 

che accompagna altri bambini come Alfie 

a morire dignitosamente e con l’amore dei genitori,

senza accanimenti, senza staccare la spina.

Non quelli che amano la vita più di tutto.

 

Quindi stai tranquillo, non lottare, 

ci pensiamo noi ad uccidere tuo figlio.

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