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Aiuto alla Chiesa che soffre

Cile, dieci anni fa il terremoto che provocò 600 vittime

Molte le chiese costruite provvisoriamente - ancora utilizzate - grazie ad Acs

"Un mantello per il Cile" (foto Sir)

Sono stati ricordati in Cile i dieci anni dal terribile terremoto, che il 27 febbraio 2010, provocò 600 vittime e distrusse vaste zone del Cile centrale. L’epicentro fu calcolato nell’Oceano Pacifico, al largo della costa del Dipartimento del Maule. Tra le città più colpite Chillán, Concepción e Talca, ma il sisma produsse concreti danni anche nella capitale Santiago. Il sisma distrusse buona parte del patrimonio artistico della zona interessata, numerose abitazioni e anche tantissime chiese, dato che l’80 per cento di esse restò danneggiato o inutilizzabile. Numerosi templi andarono completamente distrutti.

In occasione del decennale, Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) del Cile ha diffuso una nota in cui ricorda che “l’anima del Cile rimase viva”. Un segnale concreto venne proprio dall’organizzazione, che propose una grande sfida: costruire 45 cappelle di emergenza in quei luoghi che erano rimasti senza chiesa parrocchiale. “Grazie alla generosità di centinaia di cileni, fu possibile farlo nello stesso anno”, ricorda Acs.

Le cappelle sono state progettate dall’architetto ed ex direttore dell’Acs, Gonzalo Mardones. Il modello si basava sul mantello di Maria e il progetto è così chiamato “Un mantello per il Cile”. Sotto la protezione della Vergine, sono stati costruiti questi spazi con una capienza di cento persone. Nonostante si tratti di una soluzione temporanea, “molte comunità li usano ancora in attesa di ricostruire le loro chiese”. Un obiettivo per il quale lavora anche Aiuto alla Chiesa che soffre.

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