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Cinquant'anni fa veniva ucciso Martin Luther King

Saranno i 39 tocchi della campana del santuario dell’Immacolata concezione a Washington a onorare alle 19,05 di oggi la memoria del reverendo ucciso il 4 aprile 1968 a Memphis. Il presidente della Repubblica Mattarella: "raccogliere la sua eredità”.

(foto archivio Sir)

Saranno i 39 tocchi della campana del santuario dell’Immacolata concezione a Washington ad onorare alle 19,05 di oggi la memoria del reverendo Martin Luther King, ucciso 50 anni fa a Memphis, dove si era recato a difesa dei lavoratori afro-americani impiegati nei servizi igienici.

“Il numero 39 è stato scelto per onorare gli anni vissuti dal dottor King su questa terra”, ha dichiarato la Conferenza episcopale americana, che con questo tributo ha voluto rendere omaggio all’eredità di King e alla sua resistenza non violenta alle ingiustizie. “Questa è un’opportunità per fermarci e riflettere personalmente su ciò che stiamo facendo per costruire la cultura di amore, rispetto e pace a cui il Vangelo ci chiama – hanno proseguito i vescovi – e non possiamo non chiederci come stiamo cercando di aiutare i nostri fratelli e sorelle che stanno ancora soffrendo sotto il peso del razzismo”. Campane in onore della vita di King suoneranno, per la prima volta, al National Civil Rights Museum di Memphis, e al King Center di Atlanta. A queste si uniranno, quelle di tante scuole e chiese cattoliche, e non solo, in tutto il mondo, come richiesto da Bernice King, la figlia più giovane del padre dei diritti civili.

Saranno invece 50, come l’anniversario dell’assassinio, gli atti di gentilezza e di servizio verso i membri della propria comunità proposti dal King Center di Atlanta per superare le barriere culturali e razziali. Questi gesti saranno condivisi su una piattaforma e potranno ispirare molti altri a realizzarli nel proprio contesto. La campagna terminerà il 28 agosto giorno in cui King pronunciò, a Washington, il famoso discorso “I have a dream” (Ho un sogno). Sul sito sono presentati diversi esempi che possono migliorare la vita comunitaria; dall’accompagnare un anziano al cinema e riaccompagnarlo a casa, al raccogliere la spazzatura di una strada, ridipingere un centro sociale, fare doposcuola per i bambini, cercare un rapporto con chi è diverso da te per background culturale e razziale.

A Memphis il vescovo, Martin D. Holley, ricorderà in una Messa sia King sia san Martino de Porres, poiché anche quest’ultimo ha lavorato per l’armonia tra le razze e le culture proprio perché anche lui figlio di una ex schiava e di un aristocratico spagnolo. Alla Messa seguirà un corteo “Together We March” (Marciamo insieme) dove si ricorderà il lavoro del più giovane premio Nobel per la Pace (King lo ricevette a 35 anni) e la sua fede, “fondamento della sua battaglia per l’uguaglianza, ispirata anche alla pacifica disobbedienza di Gandhi”. La marcia si concluderà con un momento di silenzio e vedrà sfilare per la città vescovi e sacerdoti che hanno partecipato al Movimento dei diritti civili, laici, politici che lavorano per la giustizia sociale, studenti e tutti coloro che seguono il lascito di M.L. King.

Il 9 aprile, un’altra marcia partirà dalla storica chiesa battista Ebenezer di Atlanta, luogo della predicazione di King, per incoraggiare il mondo a portare avanti il messaggio di amore ed umanità inspirato dalla sua vita. Persone comuni e celebrità da ieri fino al 9 aprile condivideranno video in cui racconteranno le loro prospettive di futuro, “dalla cima della montagna”, una delle espressioni più usate da King per incoraggiare gli afro-americani a guardare lontano e a credere al cambiamento.

***

“La figura di Martin Luther King è simbolo di umanità, di pace, di libertà”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’uccisione del pastore battista Martin Luther King nel “vile agguato di Memphis” che, sottolinea Mattarella, “spezzò la sua vita consacrata all’impegno per superare le discriminazioni razziali e affermare i diritti inviolabili di ogni persona”.

Per il presidente, “pur se ci appaiono lontani i giorni in cui leggi sancivano la segregazione razziale, i giorni della pacifica protesta degli afroamericani che rifiutarono di utilizzare i mezzi pubblici, delle marce che esprimevano l’insopprimibile valore dell’uguaglianza tra i cittadini, la forza di quelle battaglie civili permane in tutta la loro attualità”. Secondo Mattarella, “il sogno di questo grande profeta – bambini neri e bambini bianchi destinati a camminare mano nella mano – è tuttora vivo e attuale, e alimenta la coscienza di quanti ogni giorno cercano di costruire un mondo migliore, capace di rispettare la dignità di ogni essere umano”. “I passi avanti compiuti negli ordinamenti, nei modelli sociali, nella cultura costituiscono un patrimonio condiviso dai popoli”, sottolinea il presidente, evidenziando che “molto però resta ancora da fare: nuove e vecchie discriminazioni si affacciano e, contro di esse, vale la lezione del grande leader americano che, con il metodo della non violenza, ha dimostrato come si possa davvero costruire la pace e una società più libera e più giusta”. 

“Alle donne e agli uomini del nostro tempo saper raccogliere la sua eredità”, conclude Mattarella.

Fonte: Sir
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