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Colombia: autobomba a Bogotá. Vescovi, “fatto che destabilizza. Non si torna indietro rispetto alla pace”

Il bilancio provvisorio dell’attentato, accaduto nella scuola per cadetti di Polizia General Santander di Bogotá, nella periferia meridionale della metropoli, storicamente quella a più alto tasso di criminalità, è al momento di 8 morti e 41 feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni.

Foto AgenSir

“Ho appena appreso, assieme ai miei confratelli vescovi, la notizia dell’attentato di questa mattina e sto seguendo, come tutti, gli sviluppi attraverso i media. Esprimo a nome dell’Episcopato colombiano profondo dolore per le vittime, ufficiali morti nel loro servizio al Paese”. Lo dichiara al Sir mons. Elkin Fernando Álvarez Botero, segretario generale della Conferenza episcopale colombiana e vescovo ausiliare di Medellin.

Il bilancio provvisorio dell’attentato, accaduto nella scuola per cadetti di Polizia General Santander di Bogotá, nella periferia meridionale della metropoli, storicamente quella a più alto tasso di criminalità, è al momento di 8 morti e 41 feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni.

La forte esplosione è stata causata da un’autobomba che ha forzato i controlli posti all’ingresso della scuola di polizia.

Prosegue mons. Álvarez Botero: “Condanniamo il ricorso al terrore e alla violenza per qualsiasi manifestazione e per qualsiasi motivazione. Certo, questo fatto ci destabilizza e ci chiede di condannare con forza qualsiasi atto violento, da qualunque parte provenga. Speriamo che si possa chiarire nel tempo più breve possibile chi è il responsabile e possa essere assicurato alla giustizia”.

Conclude il segretario generale: “Invitiamo a considerare che non si può tornare indietro rispetto al cammino della pace”.

Il presidente della Repubblica Ivan Duque si è subito recato sul posto dell’attentato.

Quello accaduto è il più grave attentato commesso da almeno dieci anni a questa parte nella capitale colombiana e rappresenta un fatto grave, anche perché accade in un momento di grande incertezza sull’applicazione dell’accordo di pace firmato con le Farc nel 2016, di interruzione del dialogo con la guerriglia dell’Eln e di crescita di narcotrafficanti e bande criminali.

Fonte: Sir
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