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Coronavirus, padre Fabio Mazzini: "Dal Cile abbiamo seguito con preoccupazione la situazione dell’Italia"

Il missionario, originario della parrocchia di Bulgaria, scrive al nostro giornale: "In Cile sta iniziando l’inverno e si teme un aumento esponenziale dei contagi". Il Covid-19 come "occasione per riflettere sul senso della vita"

padre Fabio Mazzini (foto archivio)

Pubblichiamo una testimonianza sul Coronavirus in Cile. Ci è giunta da padre Fabio Mazzini, frate minore conventuale, originario della parrocchia di Bulgaria e già rettore del Santuario del Santissimo Crocifisso di Longiano. Dal 2014 è in missione in terra cilena.

***

Carissimi lettori del Corriere Cesenate, pace e bene a tutti voi.

Come missionari italiani in Cile, in questi ultimi due mesi abbiamo seguito con preoccupazione la situazione dell’Italia e dell’Europa. Qui, nella mia comunità di Curicò - 200 chilometri a sud della capitale Santiago - siamo quattro frati e tutti del nord italia: un lombardo, un trentino, un veneto e il sottoscritto romagnolo, così che l'apprensione per le nostre famiglie è stata forte. Che bello che da lunedì 4 maggio in Italia si comincia un po’ ad aprire con le restrizioni!

Qui in Cile il primo caso di Coronavirus è stato registrato il 3 marzo, un giovane di 33 anni di ritorno dopo un mese trascorso in diversi paesi del sud-est asiatico, in modo particolare Singapore. Oggi, 1 maggio, siamo arrivati a 17.008 contagi (1.000 solo nelle ultime 24 ore) e 234 morti. In America Latina siamo al quarto posto dopo Brasile, Perù e Ecuador. Ci sono già diversi comuni in quarantena e anche qui, da metà marzo, sono chiuse le scuole, vietate tutte le attività pubbliche e nelle parrocchie, ridotti gli orari di lavoro e coprifuoco dalle 22 alle 5.

La preoccupazione grande è che qui in Cile proprio ora sta iniziando l’inverno e si teme un aumento esponenziale dei contagi. Il Ministero della Salute prevede il picco dei contagi tra la fine di giugno e i primi di luglio. La crisi sociale cominciata con le rivolte violente dello scorso ottobre e ora il Coronavirus stanno mettendo in ginocchio l’economia cilena, con un forte aumento dei disoccupati e una situazione sempre più difficile per i tanti immigrati, qui nella nostra regione soprattutto  haitiani e venezuelani.

Da questa situazione difficile, con uno sguardo più profondo, emerge però anche del positivo: maggior tempo da passare insieme in famiglia, tante iniziative di solidarietà per aiutare la gente più bisognosa, una maggiore creatività per essere vicini gli uni gli altri in modo diverso, l’occasione per riflettere sul senso della nostra vita alla luce di quello che sta succedendo e di chiederci come credenti che cosa ci vuole dire il Signore con tutto questo.

Speriamo che questo “positivo” che stiamo sperimentando in questo tempo difficile, quando le cose torneranno alla normalità, non venga dimenticato.

Dal Cile, padre Fabio Mazzini, 1 maggio 2020

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