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Emergenza umanitaria

Migranti: Oxfam, “condizioni disumane nei campi delle isole greche”

L'associazione denuncia la situazione dei profughi esortando le autorità europee ad intervenire

Il campo profughi di Moria

Centinaia di donne incinte, minori non accompagnati, sopravvissuti alle torture e agli abusi sono costretti nel pieno dell’inverno a vivere in condizioni ‘disumane’ nei campi profughi delle isole greche”. È quanto denuncia Oxfam che oggi diffonde il report “Vulnerabili e abbandonati ”, realizzato “attraverso tante drammatiche testimonianze di migranti a cui viene negato il diritto a un’accoglienza dignitosa, come conseguenza del collasso del sistema di identificazione e di protezione, dovuto alla mancanza di personale qualificato e a processi burocratici kafkiani”.

“Nel dossier – spiega una nota – le voci di madri che sono state mandate via dagli ospedali a soli quattro giorni da un parto cesareo e che si sono ritrovate a vivere in una tenda assieme ai figli appena nati. Le testimonianze di minori e donne sopravvissuti a violenze sessuali e ad altri traumi, che sopravvivono in campi profughi dove regolarmente avvengono risse e dove di conseguenza i 2/3 di chi è costretto a viverci afferma di non sentirsi mai al sicuro”.

Nel campo di Moria – che contiene il doppio di persone che potrebbe accogliere – vivono ammassate centinaia di persone, con un solo medico per quasi tutto il 2018, incaricato dalle autorità di Lesbo di provvedere all’identificazione e al primo soccorso delle circa 2.000 persone, che arrivavano ogni mese sull’isola.
“È inaccettabile trovarsi nella condizione di non poter identificare le persone che hanno immediato bisogno di aiuto. Identificare e assistere queste persone – ammonisce il responsabile emergenze umanitarie di Oxfam Italia, Riccardo Sansone – è un dovere fondamentale sia per la Grecia che per l’Europa”.

A ciò si aggiunge il fatto che “sono moltissimi i casi di persone detenute ingiustamente nonostante siano giovanissime, soffrano di malattie psichiche e o disagi fisici dovuti ai traumi subiti. Una condizione in cui è difficilissimo avere accesso a cure mediche e all’assistenza psicologica”.

“Di fronte a questa situazione – conclude Sansone – facciamo appello all’Unione europea , agli Stati membri perché si trovi al più presto una soluzione all’emergenza che si sta consumando nelle isole greche: servono uno staff sanitario adeguato, un diverso sistema di identificazione dei più vulnerabili e trasferimenti regolari dei migranti sulla terraferma”.

Fonte: Sir
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