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riepilogo 29 gennaio 2019

Notizie Sir del giorno

Asia Bibi, Papa su matrimonio, Sea Watch, privacy, cooperazione, corruzione, elezioni Sardegna

(Foto Vatican Media/SIR)

Asia Bibi: rigettata l’istanza contro la sentenza di assoluzione. Acs, “confermato che l’accusa di blasfemia era falsa”

“I giudici della Suprema Corte del Pakistan hanno appena rigettato l’istanza presentata contro la sentenza di assoluzione di Asia Bibi. La Corte ha quindi confermato che l’accusa di blasfemia era falsa. Sia lodato Dio!”. Così Aiuto alla Chiesa che soffre ha reso nota la notizia su Twitter. (clicca qui)

Papa Francesco: a Rota Romana, unità e fedeltà tra i coniugi sono “fondamentali capisaldi” ed “epifania della fede” (foto)

“Nel quotidiano ministero a servizio del matrimonio cristiano, voi fate esperienza di due fondamentali capisaldi non solo della teologia e del diritto matrimoniale canonico, ma anche e ancor prima dell’essenza stessa della Chiesa di Cristo: l’unità e la fedeltà. Questi due beni matrimoniali, infatti, prima di essere, anzi, per essere obblighi giuridici di ogni unione coniugale in Cristo, devono essere epifania della fede battesimale”. Così Papa Francesco, che nell’odierna udienza al Tribunale della Rota Romana in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario ha incentrato la sua riflessione sull’unità e la fedeltà. In un società sempre più secolarizzata, ha osservato, “i fedeli cattolici fanno fatica a testimoniare uno stile di vita secondo il Vangelo, anche per quanto riguarda il sacramento del matrimonio”. In tale contesto, “è necessario che la Chiesa, in tutte le sue articolazioni, agisca concordemente per offrire adeguato sostegno spirituale e pastorale”. Unità e fedeltà sono “due valori importanti e necessari non solo tra i coniugi – il monito di Francesco –, ma in generale nei rapporti interpersonali e in quelli sociali. Tutti siamo consapevoli degli inconvenienti che determinano, nel consorzio civile, le promesse non mantenute, la mancanza di fedeltà alla parola data e agli impegni assunti”. (clicca qui)

Sea Watch: la drammatica storia di Doro, “gigante gentile” torturato e venduto tre volte come schiavo in Libia

Doro, che i membri dell’equipaggio della Sea Watch 3 chiamano “gigante gentile”, ha cicatrici ovunque, sul volto, sul corpo. È stato torturato e picchiato ripetutamente in Libia, tre volte ha tentato di fuggire con una imbarcazione in mare e tre volte è stato riportato indietro dalla guardia costiera libica e reso schiavo. Lo hanno ferito con un Kalashnikov e a causa dei postumi ha perso parte della vista. Gli hanno spento sigarette sulla schiena per estorcergli denaro. La madre ha dovuto vendere casa per riscattarlo. Nelle carceri libiche ha visto morire il suo miglior amico. Doro è tra le 47 persone a bordo della Sea Watch 3 bloccata nel porto di Siracusa, eppure nonostante gli attacchi sui social – sui quali l’equipaggio li informa – ha ancora la gentilezza e il coraggio di dire: “Non biasimarli. Non hanno mai sofferto così. Non sanno cosa significa”. La sua storia è raccontata su Facebook da Brendan, uno dei soccorritori a bordo della Sea Watch 3. (clicca qui)

Privacy: Soro (Garante), protezione dei dati sia “diritto universalmente tutelato”

“Quella cibernetica è la frontiera su cui si sta spostando sempre di più la dinamica della conflittualità tra Stati e tra soggetti” e “l’antagonismo commerciale tra Usa e Cina sottende una lotta tecnologica”. Lo sostiene il presidente dell’Autorità Garante per la privacy, Antonello Soro, che in occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali 2019 richiama la situazione in Cina dove si sta sperimentando il Social Credit System “per ora su base volontaria e dal 2020 obbligatorio”: “È una trasposizione sul piano sociale dei sistemi di affidabilità creditizia. Ai cittadini viene assegnato un punteggio sulle abitudini di acquisto, le frequentazioni e le pubblicazioni in rete penalizzando quelle socialmente o politicamente indesiderabili. Il conseguimento di un punteggio alto agevola la fruizione dei servizi pubblici e dei diritti, mentre un punteggio basso preclude l’accesso al credito e persino a prestazioni di welfare”. “Il presente e il futuro della protezione dei dati si giocano sugli orizzonti dell’affermazione progressiva di tale diritto come diritto universalmente tutelato, per restituire alla persona quella centralità che da tempo sembra aver perso”, ha aggiunto il garante: “Questo è il ruolo più significativo che l’Europa potrà giocare in un contesto geopolitico così fortemente segnato dal potere dell’algoritmo, ridisegnando, a partire dalla protezione dei dati, i confini del tecnicamente possibile alla luce di ciò che è giuridicamente ed eticamente accettabile”. (clicca qui)

Cooperazione internazionale: Openpolis e Oxfam, calano le risorse, Governo disattende obiettivi prefissati

“Completamente disattese le stime relative alle risorse che il Governo intendeva destinare alla cooperazione internazionale”. La denuncia è contenuta nel dossier “Cooperazione Italia, ritorno al passato”, diffuso oggi da Openpolis e Oxfam, che fotografa un calo dei fondi all’aiuto pubblico allo sviluppo. “Era previsto che il rapporto dell’aiuto pubblico con la ricchezza nazionale si sarebbe assestato allo 0,33% nel 2019, allo 0,36% nel 2020 e addirittura allo 0,40% nel 2021, mostrando la volontà di superare l’impegno intermedio dello 0,30% sottoscritto in sede Nazioni Unite e raggiunto nel 2017 con 3 anni di anticipo”, ricorda il rapporto sottolineando invece che “niente di tutto ciò è accaduto”. Le tabelle presentate dal ministero delle Finanze parlano “di 5.077 milioni di euro nel 2019, 4.654 milioni nel 2020 e a 4.702 milioni nel 2021”. “Con queste cifre, nel 2020 il rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo e Pil, secondo alcune stime, potrebbe calare allo 0,26 tornando a livelli inferiori al 2016”, è l’amara constatazione di Openpolis e Oxfam. “Per la prima volta dal 2012, calano le risorse destinate all’aiuto pubblico, segno tangibile che per il governo il tema della cooperazione non è tra quelli prioritari”, ha osservato Francesco Petrelli, senior policy advisor su finanza per lo sviluppo di Oxfam Italia. (clicca qui)

Indice percezione corruzione: Transparency International, l’Italia migliora ancora. Nel 2018 sale al 53° posto nel mondo, guadagnati 2 punti in un anno

L’Italia si piazza al 53° posto nel mondo nell’Indice di percezione della corruzione 2018 (Cpi) pubblicato oggi da Transparency International. Con un punteggio di 52 (in una scala da 0 – “altamente corrotto” a 100 – “per niente corrotto”) e due punti in più rispetto all’anno precedente, spiega una nota, “si conferma il trend in lenta crescita del nostro Paese nella classifica globale e in quella europea, dove ci stiamo gradualmente allontanando dagli ultimi posti”. Se si considera il periodo successivo al 2012, anno nel quale con 42 punti l’Italia era 72ª al mondo nella classifica, il nostro Paese ha visto un graduale miglioramento rispetto alla percezione che hanno uomini d’affari ed esperti nazionali sulla corruzione nel settore pubblico. In 6 anni, infatti, ha guadagnato 10 punti nell’indice e ha scalato 19 posizioni nella classifica mondiale. Ma l’Italia si attesta al di sotto della media calcolata considerando gli Stati dell’Unione europea e dell’Europa occidentale e che è risultata pari a 66 punti. Se per Virginio Carnevali, presidente Transparency International Italia, “lavorando e facendo leggi importanti sulla corruzione la reputazione internazionale del nostro Paese migliora”, il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, osserva: “Ogni tanto leggendo il giornale si ha l’impressione che nel Paese il problema non sia la corruzione ma l’anticorruzione, soprattutto per una serie di luoghi comuni che vengono poi smentiti dai fatti”. “La corruzione nel nostro Paese – ha aggiunto – è un problema significativo, ma i nostri cittadini sentono quando le istituzioni si muovono per contrastarla”. (clicca qui)

Elezioni regionali: Pastorale sociale Sardegna, sette priorità per i candidati

Nuovo modello di sviluppo, lavoro, istruzione, infrastrutture, sanità e sociale, spopolamento e natalità, custodia del creato. Queste le priorità indicate dal Coordinamento degli Uffici diocesani di pastorale sociale e del lavoro (Psl) della Sardegna in un appello ai candidati alle prossime elezioni regionali 2019. Quanto al primo punto, si legge nel testo, la Psl ritiene “prioritario la centralità della persona e la valorizzazione delle potenzialità dei territori salvaguardando finché è possibile i settori economico-produttivi esistenti e investendo concretamente in tutti gli altri”. “Non condividiamo – prosegue il testo – che si possa vivere bene senza lavorare affidando al welfare il compito di finanziare la disoccupazione e la sottoccupazione”. La Psl chiede inoltre il rilancio della formazione professionale e la “valorizzazione dei saperi umanistici e letterari”. Occorre anche potenziare le infrastrutture mentre “impensierisce l’aumentata difficoltà, anche sotto il profilo economico, nell’assistenza sanitaria”. Particolarmente preoccupanti i problemi di anziani e malati psichiatrici. Occorre attivare “processi di sostegno e di accompagnamento per i più deboli”. E ancora: il tasso di fecondità delle donne sarde è tra i più bassi d’Italia. Quindi servono “supporti alle famiglie specie quelle più numerose e incentivi specifici per le giovani coppie che decidono di restare nei paesi dell’interno. Ultima indicazione il rispetto dell’ambiente e la necessità di bonifiche e riqualificazioni di siti produttivi. (clicca qui)

Fonte: Sir
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