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Riepilogo

Notizie del giorno: Papa apre incontro su abusi, appello vescovi Venezuela, decreto su confraternite Palermo, prima mano bionica, Bassetti e bene comune

Il riassunto della giornata odierna curato dall'Agenzia Sir.

Notizie del giorno: Papa apre incontro su abusi, appello vescovi Venezuela, decreto su confraternite Palermo, prima mano bionica, Bassetti e bene co...

Papa Francesco: a incontro su abusi, ascoltare il “grido dei piccoli che chiedono giustizia”, non con “condanne” ma con “misure concrete”

Ascoltare il “grido dei piccoli che chiedono giustizia”, senza pronunciare “semplici e scontate condanne”, ma con “misure concrete ed efficaci”, per contrastare questo “male che affligge la Chiesa e l’umanità”. È l’invito del Papa, nella sua breve introduzione ai lavori dell’incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa”, che si è aperto questa mattina presso l’Aula nuova del Sinodo. “Dinanzi alla piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno dei minori – ha esordito Francesco, dopo la preghiera iniziale – ho pensato d’interpellare voi, patriarchi, cardinali, arcivescovi, vescovi, superiori religiosi e responsabili, affinché tutti insieme ci mettiamo in ascolto dello Spirito Santo e con docilità alla Sua guida ascoltiamo il grido dei piccoli che chiedono giustizia”. “Grava sul nostro incontro il peso della responsabilità pastorale ed ecclesiale che ci obbliga a discutere insieme, in maniera sinodale, sincera e approfondita su come affrontare questo male che affligge la Chiesa e l’umanità”, ha proseguito Francesco, a proposito della pedofilia: “Il santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre”. “Ci vuole concretezza”, ha aggiunto a braccio. “Iniziamo, dunque, il nostro percorso armati della fede e dello spirito di massima parresia, di coraggio e concretezza”, l’invito del Papa al termine della sua introduzione. (clicca qui)

Venezuela: appello dei vescovi, “far entrare gli aiuti umanitari è un dovere morale”

“Si ascolti il grido del popolo e si lascino entrare e distribuire in pace gli aiuti umanitari”: è il forte appello, rivolto al governo di Nicolas Maduro, lanciato poco fa in conferenza stampa a Caracas dai vescovi del Venezuela, tra cui il cardinale Baltazar Porras, arcivescovo di Mérida e amministratore apostolico di Caracas. “Il Paese ha bisogno di aiuti umanitari. Il regime ha l’obbligo di affrontare i bisogni della popolazione e al fine di facilitarne l’ingresso e la distribuzione, evitando ogni tipo di violenza repressiva”, affermano in una nota firmata da mons. José Luis Azuaje Ayala, arcivescovo di Maracaibo e presidente della Conferenza episcopale venezuelana, dai due vicepresidenti mons. Mario Moronta Rodríguez, vescovo di San Cristóbal, e mons. Raúl Biord Castillo, vescovo di La Guaira e dal segretario generale mons. José Trinidad Fernández Angulo, vescovo ausiliare di Caracas. “Chiedere e ricevere aiuto non è tradimento della patria”, precisano, riferendosi al fatto che la richiesta di aiuti umanitari alla comunità internazionale è stata inoltrata dall’Assemblea nazionale e dal presidente autoproclamato ad interim Juan Guaidò. Secondo i vescovi “è un dovere morale che riguarda tutti noi”, per fare fronte alle carenze di cibo e farmaci “e alle drammatiche emergenze subite dal popolo venezuelano”. La Conferenza episcopale reitera anche l’appello alle forze armate “perché si mettano a fianco del popolo a cui appartengono” e “secondo coscienza, non obbediscano ad ordini che vanno contro la vita e la sicurezza della popolazione”. In questa occasione, puntualizzano, “permettano l’ingresso e la distribuzione degli aiuti internazionali”. La Caritas del Venezuela, come già fa da tempo aiutando la popolazione, si mette a disposizione con la sua esperienza e umanità. (clicca qui)

Confraternite: mons. Lorefice (Palermo), “onestà, retta intenzione e serietà di vita”. Richiesto certificato Casellario giudiziale

Onestà, retta intenzione e serietà di vita sono da oggi i requisiti assolutamente necessari per far parte di una qualsiasi confraternita dell’arcidiocesi di Palermo. Lo chiede, con un decreto da lui stesso formato lo scorso 25 gennaio, festa della conversione di san Paolo, l’arcivescovo mons. Corrado Lorefice. “In questo particolare contesto storico – si legge nella presentazione al documento che, online sul sito della Curia, è in vigore da oggi -, la nostra arcidiocesi sente il dovere di intervenire per evitare di criminalizzare indiscriminatamente tutti i membri delle Confraternite e si affida ad alcuni strumenti di accertamento della legalità per esercitare il suo dovere di vigilanza e per tutelare dalle associazioni mafiose e criminali o dalle associazioni segrete, le realtà confraternali, cui è affidato il delicato compito di trasmettere non solo le autentiche tradizioni della nostra pietà popolare ma, ancor più, una testimonianza di vita coerente con il Vangelo di Cristo accolto e annunciato nella vivente Tradizione della Chiesa”. Quanti nell’arcidiocesi vorranno far parte di una Confraternita hanno l’obbligo di produrre “documentazione essenziale ad attestare il loro indubbio percorso di testimonianza dei valori evangelici nella vita civile”: occorrerà il certificato generale e il certificato dei carichi pendenti del Casellario giudiziale rilasciati in data non anteriore a tre mesi. “Non possono essere accolti, quali membri della Confraternita – stabilisce il Decreto -, coloro che si sono resi colpevoli di reati disonorevoli o che con il loro comportamento provocano scandalo; coloro che appartengono ad associazioni di stampo mafioso o ad associazioni più o meno segrete contrarie ai valori evangelici”. (clicca qui)

Robotica: la mano bionica è realtà. Presentati all’Accademia dei lincei i risultati di 10 anni di ricerca

Orientarsi nello spazio anche al buio, andare alla ricerca di un oggetto su un tavolo anche a occhi chiusi, percepirne consistenza, forma, posizione e dimensioni senza doverlo guardare. La mano bionica è realtà: arriva ed è stata sperimentata in Italia la prima mano bionica in grado di dare in tempo reale queste sensazioni ai pazienti amputati (ovvero in termini tecnici dotata di un feedback contemporaneamente sia sulla posizione delle dita nello spazi sia tattile) in modo comparabile a una mano naturale perché lo fa attraverso i nervi residui del moncherino. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Science Robotics  epresentati questa mattina a Roma, presso l’Accademia dei lincei. La pubblicazione giunge a coronamento di dieci anni di ricerca scientifica del gruppo di scienziati che le ha dato la luce, coordinati dal professor Silvestro Micera, docente di bioingegneria presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola superiore Sant’Anna e presso l’Ecole Polytechnique Federale di Losanna e dal professor Paolo Maria Rossini, direttore dell’Area di neuroscienze della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs – Università Cattolica sede di Roma. È stato fondamentale il contributo di altri prestigiosi centri di ricerca europei come le Università di Cagliari, Montpellier e Friburgo (Germania) ed i successivi finanziamenti della Commissione europea, del Centro di Competenza svizzero in Robotica (Nccr Robotics), della Fondazione Bertarelli oltre che di una ricerca finalizzata del ministero della Salute. (clicca qui)

Società: Mattarella, “no all’improvvisazione. Il nostro Paese ha bisogno di studio e capacità di esaminare le questioni nella loro realtà”

“Capacità di studio, di approfondimento, di rifuggire dall’approssimazione, dall’improvvisazione” sono “elementi di cui il nostro Paese – studio, approfondimento, capacità di esaminare le questioni nella loro realtà – ha grande bisogno”. Lo ha detto, oggi, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2018-19 dell’Università Luiss Carlo Guidi. Mattarella ha, poi, osservato che nei nostri tempi “emergono tentazioni di chiusura in se stessi, per individui, per gruppi sociali, per realtà nazionali, che richiedono una riflessione adeguata, storicamente all’altezza del momento, in tutti i Paesi”. (clicca qui)

Patto per il bene comune: card. Bassetti, “mettere al primo posto l’interesse generale del Paese”

“Il bene comune è il nostro unico obiettivo. È l’unica direzione verso la quale si muove l’impegno sociale dei cattolici”. Lo ha detto il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, commentando il Patto per il bene comune firmato a Pozzallo tra la diocesi di Noto e i comuni del territorio e affermando che si tratta di “un bene per tutti e non per pochi”. “Un bene che non cerca il potere, ma che desidera il servizio – ha aggiunto il porporato -. Un bene che non vuole dividere, ma che si sforza ardentemente di condividere. Se ci fermiamo un attimo a riflettere, si tratta di una grande missione di carità verso tutto il popolo”. Ricordando l’impegno in quest’ottica di Giorgio La Pira, il cardinale ha evidenziato l’importanza di quella forma di carità che è “risolvere i bisogni più urgenti degli umili”. “E per cercare di risolverli La Pira non si nascondeva dietro a belle parole ma era estremamente concreto. La concretezza era una delle caratteristiche più importanti della visione lapiriana, che ancora oggi ci fa riflettere”. Così il card. Bassetti ha segnalato che “oggi siamo chiamati a ispirarci a questa concretezza in ogni ambito della nostra esistenza: nelle scuole e nelle città; nelle famiglie e nella politica”. “E proprio in virtù di questa concretezza lapiriana, guardo con grande speranza al ‘Patto per il bene comune’ che avete siglato – ha aggiunto il presidente della Cei -. Perché occorre dare forma e sostanza alle parole. Non ci si può fermare solamente all’annuncio. Sono convinto, infatti, che gli uomini e le donne di buona volontà, se mettono realmente l’interesse generale al primo posto, possono veramente realizzare il bene comune per l’intero Paese”. (clicca qui)

Fonte: Sir
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