Migramed Caritas
Nunzio: “Accordo tra Turchia e Ue su migranti funziona poco"
Il nunzio precisa che il governo turco, pur essendo laico, “controlla la religione in ogni sua manifestazione”, anche i sermoni del venerdì e la costruzione delle moschee, oggi 80mila edifici a fronte di 70 milioni di abitanti. Sul fronte dell’accoglienza mons. Russel ha ricordato una prima esperienza di corridoio umanitario dalla Turchia.
Negli ultimi anni la Turchia ha accolto 4 milioni di rifugiati e migranti, tra cui 3.370.000 siriani. L’accordo del 2016 tra Ue e Turchia “messo in discussione in questi giorni, ha però funzionato poco, e il principale ostacolo è la lentezza della burocrazia greca: solo 12.489 rifugiati siriani sono stati reinsediati in Europa (4.313 in Germania, 3.608 in Olanda, 1.401 in Francia e 1.200 in Francia) mentre da un mese gli sbarchi in Grecia sono aumentati del 17%. Solo 1.446 siriani sono Stati riportati in Turchia nel biennio 2016-2018. Sui 6 miliardi di euro promessi dall’Ue la Turchia ne ha ricevuto solo la metà, mentre ha speso per rifugiati e migranti 40 miliardi di dollari in 8 anni”.
Le cifre sono state fornite oggi a Istanbul da mons. Paul Russel, nunzio apostolico in Turchia, in apertura del Migramed 2019, l’incontro annuale promosso da Caritas italiana con i rappresentanti delle Caritas diocesane e delle Caritas del Mediterraneo. Oltre 100 i partecipanti all’incontro, che durerà fino al 4 ottobre.
Il nunzio ha precisato che il governo turco, pur essendo laico, “controlla la religione in ogni sua manifestazione”, anche i sermoni del venerdì e la costruzione delle moschee, oggi 80mila edifici a fronte di 70 milioni di abitanti.
Sul fronte dell’accoglienza mons. Russel ha ricordato una prima esperienza di corridoio umanitario dalla Turchia: lo scorso anno 4 famiglie siriane cristiane sono state accolte dalle diocesi di Bari, Altamura, Bergamo e Como.
“Pensare però che un siriano, soprattutto se cristiano, possa sentirsi a casa in Turchia è utopistico – ha aggiunto mons. Russel -. Pensiamo alle scuole, dove c’è una pressione molto forte degli insegnanti sui ragazzi cristiani siriani. Per questo molti rinunciano all’istruzione”.
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