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Testimonianza

Scrive don Derno dal Venezuela: "Il panorama politico-sociale è simile ai tramonti tropicali. Di tutti i colori"

Scrive dal Venezuela il sacerdote Fidei donum don Derno Giorgetti, in attesa dell'arrivo del vescovo Douglas e di una delegazione dalla nostra Diocesi in Venezuela dove l'inflazione è al mille per cento

Don Derno Giorgetti in una foto d'archivio Corriere Cesenate

Carissimi amici del Corriere Cesenate,

“Un bimbo ci è nato“: per fortuna, altrimenti come faremmo a dire “Buon anno?”. Racconto questa fine d’anno dalla diocesi di Carupano, stato di Sucre in Venezuela, quella specie di due corna verso Trinidad. “Verranno tempi...”, ma come sono lunghi, e non sembrano arrivare mai, ogni giorno di più le sciocchezze e le ipocresie degli uomini imbrattano anche il cielo più bello del tropico.  Il 29 di novembre sono stato a Guiria come rappresentante di Cesena e fondatore delle scuole di formazione al lavoro – costruite anche con la vostra generosità - cioè “Cefisa”, le quali dopo aver resistito a tutti i tentativi di invasione sono cadute nelle mani di “Fe y alegría”, una scuola cattolica nata a Caracas nel 1954 ed estesa a 20 paesi.

E veniamo al panorama politico e sociale: è simile ai tramonti tropicali: di tutti i colori! A proposito: come fate adesso a parlar male del governo che non ce l’avete? Qua dai noi, guai al mondo! C’è la “legge dell’odio” che ti proibisce, in assoluto, di parlar male dei governanti. Adesso, con gli ultimi soldi rimasti, ogni tanto siamo chiamati alle urne. Il 10 dicembre ci sono state le municipali e ovviamente (!) il 95% dei sindaci eletti sono chavisti. Ormai l’opposizione si è stancata di andare a esprimere un voto che sarà spostato, cambiato, riassunto, invalidato secondo le circostanze. Comunque vi parlo di quello che è successo qui, a Carupano. Per chi votava per il governo erano pronti 10 ticket da 50.000 per un totale di 500.000 bolivares che oggi valgono un pollo. Ma i ticket si sono persi per strada, dai familiari e dagli amici. Il giorno dopo, tutti hanno voluto i ticket, perchè tutti sono poveri, perciò hanno chiuso la strada per due giorni fin quando è arrivata la guardia che li ha presi a randellate e molti sono in prigione. Chi aveva i ticket ha preso d’assalto i supermercati che sono rimasti vuoti! Se vuoi un chilo di cipolle devi lavorare 14 giorni. Quest’anno molti venezuelani sono rimasti senza il piatto tipico natalizio: la hallaca, una sorta di stufato. Non parliamo della carne di maiale: la televisione “oficialista” ha detto che ben due navi piene di pernil (cosciotti) stavano per arrivare in Venezuela ma... sono state attaccate! A parte gli scherzi, l’inflazione – del 1000 per cento - non guarda in faccia a nessuno; sono ogni giorno sempre di meno coloro che possono permettersi di comprare una gomma per l’auto, una batteria, un ricambio di un elettrodomestico, un dentifricio, una saponetta... Una vita complicata e sempre più sofferta: file dappertutto, anche per gli anziani e coloro che hanno “il carnet della patria”. Le banche ti danno solamente 30.000 bolivares alla volta, cioè un terzo di dollaro; gli stipendi si aggirono sui 10 dollari! Per fortuna non facciamo la fila per la benzina. Il futuro? È nelle mani di Dio. San Giuseppe, quando seppe della morte di Erode, decise di tornare, ma non sapeva che avrebbe incontrato Archelao sul trono! Devo far presto: sta per arrivare il nostro vescovo Douglas! Non resta che dirci: “Buon anno nel Signore Gesù”!

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