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LOTTA CONTRO LA SUPREMAZIA BIANCA

Stati Uniti, morte George Floyd. Consiglio delle Chiese cristiane: “Come il Coronavirus il razzismo ha infettato questo Paese”

Sette vescovi Usa si schierano: “Non possiamo chiudere un occhio”. “Indignazione” per l’omicidio di George Floyd, da parte della polizia di Minneapolis, è stata espressa anche dal Consiglio nazionale delle Chiese

(Foto ANSA/SIR)

“Indignazione” per l’omicidio di George Floyd è stata espressa anche dal Consiglio nazionale delle Chiese degli Stati Uniti in un comunicato rilanciato in Europa dal Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc).

Floyd - si legge nella nota - è stato “bloccato senza pietà con il ginocchio” da un ufficiale di polizia di Minneapolis fino alla morte mentre ripetutamente diceva: “I can’t breathe”. “Questo incidente - scrivono i leader cristiani degli Stati Uniti - si aggiunge a una serie di eventi accaduti nelle ultime settimane senza contare i troppi incidenti che ci sono stati negli Stati Uniti per centinaia di anni, in cui razzismo e pregiudizio associati alla polizia sono una combinazione letale per i neri. Proprio come il Coronavirus ha infettato gli Stati Uniti causando la morte di oltre 101mila persone in meno di tre mesi, il razzismo ha infettato questo Paese sin dalle sue origini e questo virus si è insinuato in ogni aspetto della vita americana. Non esiste ancora un vaccino per il razzismo e contro la supremazia bianca. Non esiste ancora una cura. Come persone di fede, la nostra battaglia contro questo male continua”.

Anche il Consiglio nazionale delle Chiese chiede “un’azione rapida e decisiva per rendere giustizia a George Floyd e alla sua famiglia” e ricorda le parole di Martin Luther King: “I tumulti sono il linguaggio di chi non è ascoltato” (“Riots are the language of the unheard”). “Il nostro Paese ha bisogno di guarigione ma non può esserci guarigione senza giustizia”, scrivono i leader cristiani. Alla giustizia dei tribunali, occorre però aggiungere un’azione pervasiva tra la gente “per porre fine al razzismo e alla supremazia bianca una volta per tutte”. “In un momento come questo, come ha detto una volta Martin Luther King, il silenzio è tradimento”, dice il reverendo John Dorhauer, presidente del Consiglio nazionale delle Chiese e ministro generale della United Church of Christ: “Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere, per porre fine a questo male che si infiltra nella nostra nazione”.

Il Consiglio Nazionale delle Chiese cristiane Usa ha lanciato l’iniziativa “A.C.T. Now to End Racism”, per combattere le numerose manifestazioni di discriminazione razziale, presenti anche nella Chiesa, lavorare per un cambiamento di mentalità e promuovere “un Vangelo inclusivo di giustizia, pace e resistenza ad ogni forma di razzismo e alla supremazia bianca”. Sulla vicenda George Floyd si sono espresse praticamente tutte le Chiese Usa. In un comunicato la Chiesa evangelica luterana in America ha elencato i nomi di americani neri recentemente assassinati. “Ahmaud Arbery, Breonna Taylor, Dreasjon (Sean) Reed e George Floyd erano nostri fratelli”. “Ci rattristiamo, preghiamo ed esprimiamo la nostra solidarietà alle famiglie e agli amici i cui cari sono stati e continuiamo a essere vittime di ingiustizie, violenza razzista e insidioso veleno della supremazia bianca”. C. Jeff Woods, segretario generale delle “American Baptist Churches USA” in una lettera evidenzia come gli afro-americani siano stati colpiti in modo sproporzionato da Covid-19.

Dolore per la tragica morte di George Floyd è stato espresso anche dal metropolita Zaccaria Mar Nicholovos della diocesi nord-americana della Chiesa siriana ortodossa di Malankara e dal segretario generale della Lutheran World Federation Rev. Dr Martin Junge.

"Il razzismo non è una cosa che appartiene al passato o semplicemente una questione politica usa e getta da bandire quando è più conveniente. È un pericolo reale e presente che deve essere affrontato frontalmente”. A scriverlo sono sette vescovi cattolici a capo delle commissioni che nella Conferenza episcopale Usa si occupano di razzismo, sviluppo umano, affari afro-americani, ecumenismo e dialogo interreligioso, giustizia, difesa della vita, diversità culturale. “Siamo con il cuore spezzato, sofferenti, indignati - continuano i presuli - dal guardare l’ennesimo video di un uomo afroamericano ucciso davanti ai nostri occhi ed è sorprendente che accada a poche settimane da molti altri eventi simili. Non possiamo chiudere un occhio su queste atrocità e professare di rispettare ogni vita umana”.

I vescovi sono sotto pressione per le attese degli amministratori locali che chiedono un loro intervento anche sui fedeli per incoraggiare proteste pacifiche e non violente. “Certamente lo facciamo - sostengono i sette - ma sosteniamo altrettanto appassionatamente le comunità comprensibilmente indignate. Troppe di esse sentono che le loro voci non vengono ascoltate, le loro lamentele riguardo al trattamento razzista non vengono ascoltate e anche noi non stiamo facendo abbastanza per sottolineare che questi trattamenti di morte sono antitetici al Vangelo della vita”.

Nel loro comunicato non mancano le preghiere per risanare una società spezzata, per le famiglie delle vittime, ma con altrettanta determinazione vengono chiesti “modalità concrete per attuare un cambiamento sistemico”, magari anche attraverso incontri con i membri di comunità costantemente private di diritti e quindi nella più grande sofferenza.

Fonte: Sir
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