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Venezuela, appello dei vescovi: “Elezioni libere e democratiche e rispetto dei diritti umani”

La Conferenza episcopale venezuelana: "Mentre si inaspriscono le linee dittatoriali, il popolo soffre e l’opposizione è perseguitata come non mai". Serve "un nuovo governo di cambiamento e inclusione sociale"

foto Sir

Un appello urgente alle autorità e istituzioni del Venezuela perché “difendano veramente i diritti umani” e la politica “si metta al servizio del bene comune” è contenuto nell’esortazione pastorale della Conferenza episcopale del Venezuela (Cev), resa nota a conclusione della 114esima Assemblea plenaria, che si è svolta in digitale a causa della pandemia di Covid-19 che non ha risparmiato nemmeno il Venezuela, già afflitto da una grave crisi socio-politica e umanitaria.

In una conferenza stampa on line il segretario generale della Cev, monsignor José Trinidad Fernández, vescovo ausiliare di Caracas, ha sintetizzato i contenuti dell’esortazione sulle “gravi circostanze che ci troviamo a vivere”. Nonostante i tempi difficili, affermano i vescovi, “Dio non abbandona i suoi figli”. “Le realtà politiche, economiche e sociali non sono tutto ciò che esiste” ma è “reale, soprattutto, l’incarnazione di Gesù Cristo, massima rivelazione del Padre. Questa sicurezza ci aiuta e ci conforta durante le dure prove che stiamo attraversando”.

Descrivendo la realtà sociale attuale, i vescovi ricordano che “è aumentato in maniera allarmante l’impoverimento di ampi settori della popolazione, che soffrono a causa della fame e della disoccupazione. Ogni giorno il popolo si sente meno protetto, senza Stato di diritto né istituzioni che diano risposte giuste alle violazioni dei diritti umani”.

“Noi venezuelani - affermano - vogliamo vivere in democrazia. Perciò è necessario andare a elezioni imparziali per tutti i partiti politici e nel rispetto del voto dei cittadini”. I vescovi denunciano come “immorale” ogni manovra, che “ostacoli la soluzione sociale e politica dei veri problemi, e il cinismo di alcuni fattori politici che si prestano a questo gioco vergognoso, con il quale il regime si consolida come governo totalitario, giustificandosi dicendo che non può consegnare il potere a chi la pensa in maniera diversa”.

Purtroppo, sottolineano, “mentre si inaspriscono le linee dittatoriali, il popolo soffre e l’opposizione è perseguitata come non mai”. Perciò la Chiesa non si stanca di chiedere ancora una volta “elezioni libere e democratiche per costituire un nuovo governo di cambiamento e inclusione sociale”.

Fonte: Sir
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