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Al Meeting, la mostra sul medico Nagay, annuncio da Nagasaky

In tanti chiedono l'apertura della causa di beatificazione

Immagine d'archivio

Anche quest’anno il Meeting di Rimini propone la testimonianza della vita di un grande medico. Dopo San Giuseppe Moscati e Giancarlo Rastelli, oggi il giapponese Takashy Nagay. Diversissimi per tradizione, cultura, paese di origine, questi grandi uomini sono accomunati da un'intensa passione per la scienza e la ricerca come espressione del bello e servizio al malato, “…la prima carità verso il malato è la scienza, ma questa senza amore, è nulla” (Rastelli) “…sì, la ricerca scientifica può diventare preghiera…..il nostro laboratorio è come la cella di un monaco,…la soglia della casa di Dio che ha creato l’universo” (Nagay) unita a una carità senza limiti e al sacrificio di sè: (Rastelli morì di linfoma contratto per i numerosissimi cateterismi fatti e Nagay di leucemia mieloide cronica causata dalla continua esposizione ai raggi X per ricerca e diagnosi). Tutti noi medici sentiamo intenso il fascino di una tale pienezza di risposta alla vocazione professionale. La mostra, ricca di suggestive scenografie e documenti, ripercorre la sua vita aprendoci alla sensibilità e religiosità giapponese (Shintoismo, Confucianesimo e Buddismo) narrando anche la travagliata storia dell’annuncio Cristiano e dei suoi martiri a Zipangu, la terra del sole nascente, nome usato da Marco Polo per indicare il Giappone.

Nagay nasce a Shimane culla della religiosità Shintoista il 3 febbraio 1908, in una famiglia di medici da una madre che discende da una grande famiglia di samurai e viene educato secondo l’etica Confuciana del servizio, pietà filiale, lealtà, compassione, dovere, coraggio, onore; il suo nome Takashy significa nobiltà e il cognome Nagay, inesauribile.

Negli iniziali anni universitari aderisce allo scientismo e al materialismo ateo fino a quando, assistendo alla morte della madre, ha un’illuminazione (chokkan) un'esperienza Zen (intuizione profondamente vera e affettivamente bella) che lo scuote ponendogli le domande fondamentali del vivere: qual è il senso della vita? Il nostro spirito sopravvive alla morte?

Guidato dalla lettura di Pascal, decide di approfondire la conoscenza dell’esperienza cristiana facendosi ospitare dalla famiglia cristiana Moriyana. E qui si converte al cristianesimo. Viene battezzato assumendo anche il nome Paolo, in ricordo del santo martire giapponese Paolo Miki, e sposa Midori una donna dalla fede salda e incrollabile. Vive e lavora all’ospedale universitario di Nagasaki. La fede lo spinge a scoprire nuove verità scientifiche sui raggi X, a curare al fronte i nemici cinesi durante le guerre sino/giapponesi, e a creare i Nembutsu cristiani, giaculatorie buddiste che Takashy recita con passi del Vangelo, congiungendo Oriente e Occidente senza nulla dimenticare della propria tradizione, ma anzi battezzandola. La sua fame di conoscenza e la sua creativa spiritualità lo prepararono ad affrontare il terribile evento dell’esplosione atomica su Nagasaki il 9 agosto 1945. Il laboratorio schermato lo protegge dallo scoppio e la sua pregressa esperienza di guerra lo rende capace di soccorrere e confortare i poveri sopravvissuti alla catastrofe. Anche in quella occasione è capace di stupirsi riuscendo a vedere l’universo come una cosa buona e l’energia atomica come una dimensione del suo stupendo dinamismo“ …è una preziosa esperienza in campo scientifico ora che il petrolio va esaurendosi..”

Midori muore quel giorno col rosario in mano e lui continua a essere un luminoso riferimento e una speranza nella ricostruzione guidata dalla fede in Cristo. Vive in una semplice capanna di due ”tatami” (4 mq) che chiama “nyokodo” (il santuario come te stesso) una riedizione cristiana di quella della “cerimonia del the” compiuta nel 1600 dal beato Daimyo Takayama, 1000 anni dopo la sua origine nella Yama Sutra indiana “si incontra più facilmente l’essere supremo se rendiamo il nostro cuore come una capanna che non contiene altro se non ciò che è essenziale”. Riprende a insegnare la radiologia ai suoi studenti e nonostante la leucemia diventi ogni giorno più grave, scrive “le Campane di Nagasaki”, un libro di resurrezione con una visione sul futuro dell’uomo che ancora oggi lascia sbalorditi per la sua profondità; su di esso viene prodotto nel 1952 il film omonimo che ha un grande successo. Compone 20 libri mentre è sdraiato a letto. Nagasaki gli attribuisce la cittadinanza onoraria, l’imperatore Hirohito, Helvetia Keller, cieca e sorda dalla nascita che ha speso la sua vita per i poveri, Michio Miyagi (violinista cieco del koto cetra giapponese), il nunzio apostolico di Pio XII, ed altre centinaia di persone gli fanno visita riconoscendone le doti di santità. Evita Peron gli dona la statua di Nostra Signora de Lujan, patrona dell’Argentina, che viene portata in processione alla grande Chiesa di Urakami, epicentro della deflagrazione atomica, da cattolici, shintoisti e buddisti. E’ fautore di una pace che nasce dal cambiamento del cuore, ben compreso nel detto popolare “Sakebi no Hiroshima lnori no Nagasakii” mentre Hiroshima (l’altra città colpita) urla, Nagasaki, (dove vive Takashy) prega.

Solo un uomo diventato lui stesso annuncio può diventare speranza e possibilità di ricostruire se stesso e il mondo attorno. Nagay muore l'1 maggio 1951 prendendo dalle mani del figlio il crocifisso e gridando con forza “inotte kudasai” pregate, mi raccomando! Papa Francesco ha recentemente ricevuto, da parte dei curatori della mostra, la richiesta di aprire la causa di beatificazione.

Tanta gente è stata cambiata dai suoi libri e anche noi.

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