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Coronavirus: Morgante (Tv2000) su Dpcm Fase 2, “no privilegi per la Chiesa ma parità di trattamento”

“Sono stati numerosi, e giunti da più parti – ha proseguito Morgante – gli attestati di apprezzamento per l’impegno della Chiesa durante la pandemia da Coronavirus a servizio dei poveri, degli anziani, dei senzatetto, degli emarginati, degli ultimi"

Foto Marco Calvarese/SIR

“Nessuna corsia preferenziale, nessun privilegio per la Chiesa. Ma la rivendicazione di una parità di trattamento per una comunità fatta da cittadini dotati di responsabilità. Responsabili quando salgono sull’autobus per andare al lavoro e far ripartire l’economia, responsabili quando si recano in chiesa per partecipare alla messa e ricevere la Comunione”. Così il direttore di Tv2000, Vincenzo Morgante, in un editoriale trasmesso all’interno del Tg2000 questa mattina ha commentato il nuovo Dpcm del governo sulla “Fase 2” che partirà dal 4 maggio illustrato ieri dal premier Giuseppe Conte.

“Sono stati numerosi, e giunti da più parti – ha proseguito Morgante – gli attestati di apprezzamento per l’impegno della Chiesa durante la pandemia da Coronavirus a servizio dei poveri, degli anziani, dei senzatetto, degli emarginati, degli ultimi. Nei centri di ascolto delle Caritas sul territorio le richieste di aiuto sono più che raddoppiate: cibo, vestiti, pc e tablet per gli studenti bisognosi, alloggi. La Cei ha destinato centinaia di milioni di euro per interventi di sostegno sul territorio, a partire dalle strutture sanitarie in seria difficoltà. Si tratta della stessa Chiesa che oggi, dopo aver rispettato da subito rigorosamente e con non pochi sacrifici le prescrizioni delle pubbliche autorità in materia di tutela sanitaria, chiede di poter tornare a celebrare messa con il popolo organizzando, in sicurezza, senza imprudenze o superficialità, la vita delle proprie comunità”.

“La cosiddetta Fase 2 – ha sottolineato il direttore di Tv2000 – prevede già la riapertura di fabbriche, uffici, bar, parrucchieri, giardini ma non la celebrazione delle funzioni religiose al di là, ed era ora, dei funerali. L’esercizio del culto, che riguarda i fedeli di tutte le religioni, nel decreto del governo viene regolamentato nello stesso comma che disciplina le sale bingo. È bene ricordare l’importanza della libertà religiosa espressamente tutelata dall’articolo 19 della nostra Costituzione a vantaggio di tutti. Ma, al di là dei profili giuridici, rimane la sostanza della questione”.

Fonte: Sir
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