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Coronavirus e ambiente, al via un maxiprogetto per la qualità dell'aria

Emilia-Romagna e Arpae, insieme ad altre Regioni e agenzie del Nord Italia e della Slovenia, indagano gli effetti delle misure di contenimento del Covid-19 sull'inquinamento

pixabay.com

L’Emilia-Romagna e il bacino padano, fino alla Slovenia, come un grande “laboratorio a cielo aperto” per conoscere e misurare nel dettaglio gli effetti che le misure di lockdown, previste per l’emergenza Covid-19, e la drastica riduzione del traffico hanno avuto sulla qualità dell’aria.

Per raccogliere e valutare i dati e comprendere anche le eventuali relazioni tra pandemia e inquinamento atmosferico, con un approccio epidemiologico complesso e non solo ambientale sulla popolazione esposta, Regione Emilia-Romagna e Arpae - Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia - hanno avviato un’ampia ricerca, nell’ambito del progetto europeo Prepair, che coinvolgerà l'area del bacino Nord-Adriatico.

“Lo studio servirà anche a mettere a punto, nella fase 3 (post Covid-19), una strategia condivisa per i nuovi piani e programmi per il miglioramento della qualità dell’aria e il contrasto ai cambiamenti climatici, che dovranno tenere conto di un contesto socioeconomico completamente mutato", sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo.

Oltre alla Regione Emilia-Romagna, lo studio coinvolge gli altri 18 partner del progetto Prepair (Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, provincia di Trento e relative agenzie regionali per l’ambiente, le municipalità di Bologna, Milano, Torino, l’agenzia ambientale slovena Arso, Fondazione Lombardia per l’Ambiente Fla e la società consortile emiliano-romagnola Arter), la Rete italiana ambiente e salute Rias (sviluppata nell’ambito di un progetto finanziato dal Ministero della salute) e il gruppo di lavoro regionale ambiente e salute che unisce gli esperti di Arpae, dei Dipartimenti di Sanità pubblica e dei diversi Servizi regionali.

Le misure di contenimento dell’epidemia Covid-19 hanno portato a una drastica limitazione del traffico (fino a -80 per cento) e di molte attività produttive industriali, offrendo un’opportunità inedita di valutare sperimentalmente l’efficacia di queste misure sulla qualità dell’aria e di indagare, attraverso studi scientifici rigorosi, la possibile relazione tra pandemia e inquinamento atmosferico. I dati saranno utilizzati per valutare l’esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici nelle condizioni precedenti e durante il lockdown.

I risultati saranno valutati da un comitato scientifico, appositamente costituito, e resi disponibili per altre indagini a livello nazionale e internazionale. Un lavoro che nel suo iter prevederà anche il coinvolgimento prima di tutto delle Regioni del bacino padano, delle principali istituzioni di ricerca, del centro meteo e del mondo associativo ambientalista.

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