emergenza sanitaria
Coronavirus. La testimonianza di un medico di famiglia in zona rossa in Abruzzo: "La Regione non ci ha fornito alcun dispositivo di protezione"
“Abbiamo finora lavorato in condizioni di completo isolamento", aggiunge il dottor Vincenzo Pardi, nonostante il telefono sempre acceso 24 ore al giorno. "Se abbiamo le mascherine è perché le ho fatte arrivare tramite un amico che le produce in Spagna"
“Abbiamo finora lavorato in condizioni di completo isolamento - dice Vincenzo Pardi, medico di famiglia a Collecorvino in provincia di Pescara -. Ho il telefono sempre acceso, 24 ore su 24, ma la vera difficoltà di queste settimane è stata la comunicazione con le istituzioni. Pensi che qui è stato istituito un unico numero verde per medici e cittadini. E noi non siamo riusciti per giorni a dialogare con l’ufficio di igiene e con l’ospedale”.
Il dottor Pardi è di certo sul campo, al centro di un focolaio di Coronavirus, l’area Vestina, con molto paesi in zona rossa. “A Penne c’è l’ospedale da dove è partita la situazione infettante”, aggiunge il dottore che conta tra i suoi pazienti due deceduti, uno grave in Terapia intensiva, tre dimessi e due ancora ricoverati in reparto.
“Non riesco a comprendere per quale motivo non ci abbiano fornito un collegamento diretto con le istituzioni preposte per questa emergenza sanitaria – aggiunge il medico col quale abbiamo parlato al telefono -. Dalla Regione non è arrivato nulla di nulla. Mascherine e altri dispositivi di protezione niente. Pensi che li ho fatti arrivare tramite un mio amico che abita in Spagna ed è il titolare di un’azienda, la Nacatur, di Molina de Segura (Murcia), che realizza materiali di questo genere. Al pediatra che opera in paese li ho forniti io, camici e mascherine. Per fortuna è nata questa solidarietà tra noi operatori sanitari”.
“A noi medici di famiglia viene chiesto molto di tranquillizzare le persone e di organizzare le prese di contatto con ospedali e uffici di igiene – conclude il dottor Pardi -. Se ci dessero una via preferenziale, potremmo svolgere anche meglio il nostro compito. Negli ultimi giorni la situazione si è un po’ sbloccata, ma si poteva fare anche prima”.
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