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Ddl Zan, Ungaro (Fisc): "Dalla Chiesa una mano tesa alla politica"

L'intervento del presidente della Federazione italiana settimanali cattolici: "Proposte di modifica non pretesa di privilegi confessionali ma aiuto concreto al legislatore"

foto: archivio Sir

Pubblichiamo di seguito una nota del presidente Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) Mauro Ungaro, in merito ddl Zan, a seguito anche dell’intervista al presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, apparsa oggi su Repubblica (vedi notizia richiamata).

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L’intervista rilasciata dal cardinale Bassetti all’edizione di oggi, venerdì 9 luglio, di “Repubblica” offre un riferimento preciso a quanti hanno un vero interesse verso le tematiche affrontate dal Ddl Zan. Lo fa rimettendo al centro del dibattito non la sterile polemica alimentata da motivi ideologici, interessi elettorali o necessità di visibilità social, ma la ricerca della strada più proficua per assicurare la tutela della persona.

E per ogni credente questa tutela assume un significato ancora più preciso e impegnativo sapendo che l’altro custodisce in sé l’impronta della creazione di Dio.

Le proposte di modifica testo all’esame del Parlamento, avanzate in questi mesi dalla stessa Conferenza episcopale italiana, da voci espressioni del mondo di ispirazione cattolica, ma anche da realtà con sensibilità diverse del nostro Paese, non rappresentano un’astorica pretesa di privilegi confessionali. Intendono, piuttosto, fornire al legislatore un aiuto concreto perché le giuste finalità della normativa procedano di pari passo con la tutela dell’espressione etica e religiosa assicurata dalla Carta costituzionale a ogni italiano. Lo stesso richiamo espresso dalla Santa Sede nella sua Nota verbale delle scorse settimane sollecitava il rispetto di un testo quale il Concordato, la cui tutela costituzionale è garanzia non per i soli cattolici ma per tutti i cittadini.

Il presidente dei vescovi italiani lo ribadisce con forza nelle riflessioni che ha affidato alle pagine del quotidiano romano: “Dobbiamo impegnarci per far sì che la nostra voce, la voce di tutti i cristiani, sia percepita in modo chiaro nella società odierna. Ci sono valori umano-universali che il cristianesimo porta con sé e che dobbiamo sempre più saper mettere in campo a servizio del bene comune”. Una mano tesa alla politica secondo quella consolidata tradizione che ha visto il mondo cattolico offrire un apporto fondamentale alla scrittura delle regole per la vita del nostro Paese garantendone la tenuta democratica dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi.

“Accoglienza, dialogo aperto e non pregiudiziale” sono i punti fondamentali di un rapporto auspicato, sollecitato, ma non imposto alla luce della traccia indicata da papa Francesco durante il suo intervento al Convegno ecclesiale di Firenze: “Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli: il Signore è attivo ed opera nel mondo. Voi, dunque, uscite per le strade e andate ai crocicchi; tutti quelli che troverete, chiamateli, nessuno escluso”.

Mauro Ungaro, presidente Fisc

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