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Docente sospesa a Palermo: Libera, “solidarietà e corresponsabilità”

Sul caso scoppiato per l'accostamento tra le leggi razziali del 1938 e il decreto sicurezza. L'intervento anche del Movimento studenti di Azione cattolica

I libri rappresentano una splendida immagine di memoria

“Desideriamo esprimere vicinanza e corresponsabilità a Rosa Maria Dell’Aria, la professoressa palermitana colpita da un provvedimento disciplinare per la presentazione preparata dai suoi alunni in occasione della Giornata della Memoria”. Lo scrive in una nota Libera a proposito della sospensione per 15 giorni della docente, perché alcuni suoi studenti hanno confrontato Leggi razziali e Decreto Sicurezza. “Vogliamo ribadire, una volta di più, che la memoria che non si aggancia all’oggi, la memoria incapace di leggere quel che accade qui e ora, è una memoria addomesticata, docile, che va bene a tutti”. Secondo Libera, il punto è che “una memoria con queste caratteristiche non è tale, è solo celebrazione retorica”.

La memoria, anzi la Memoria, graffia le coscienze, ci mette a disagio perché ci obbliga a fare i conti con le nostre mancanze, i nostri limiti, le nostre prudenze – continua la nota -. Non è semplice fare Memoria, non sempre ci si riesce anche quando si è animati dalle migliori intenzioni: abbiamo il dovere – questo sì – di provarci, e di difendere tutti quelli che ci provano”.

“Ci chiediamo cosa rimane del senso dell’istituzione scolastica se si puniscono gli insegnanti quando permettono ai propri alunni di ragionare”. Lo scrive in una nota la segreteria nazionale del Movimento studenti di Azione cattolica (Msac) a proposito della sospensione per 15 giorni della docente di Palermo, Rosa Maria Dell’Aria, perché alcuni suoi studenti hanno confrontato Leggi razziali e Decreto Sicurezza. “Ci chiediamo cosa rimane di formativo in una scuola in cui gli studenti non possono azzardare delle riflessioni personali – continua la nota -. Ci chiediamo cosa rimane di educativo in una scuola in cui si decide arbitrariamente ciò di cui si può parlare e ciò che bisogna censurare”.

La segreteria nazionale del Msac sostiene, inoltre, che “una professoressa che ci permette di ragionare è una docente che ringrazieremo per tutta la vita, perché come giovani siamo desiderosi di un dialogo che sia rispettoso e mai urlato, di un sapere che sia ricercato e non censurato”. “Abbiamo il diritto e il dovere di capire dove e se sbagliamo per poter correggere i nostri errori, non limitando il pensiero a ciò che è più conveniente per una o l’altra stagione politica”. Citando l’articolo 4 dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti, i rappresentanti del movimento affermano di voler capire “in che modo e secondo quale normativa la ricerca svolta dagli studenti di Palermo può essere motivo di sospensione di una docente”. “Ci auguriamo e ci impegniamo perché possa avvenire presto la revoca della sospensione, esprimiamo la nostra vicinanza alla docente e continuiamo a credere nella scuola perché ci insegna a pensare”.

Fonte: Sir
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