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Dottrina sociale della Chiesa. De Palo (OL3): “Immischiati! Non guardare la vita dal balcone, mettiti in gioco!”

A settembre partirà un corso gratuito sui pilastri della Dsc: persona, bene comune, solidarietà, sussidiarietà e partecipazione. “Perché fare politica non è solamente candidarti alle prossime elezioni, ma anche e soprattutto seminare e risolvere problemi ogni giorno sul tuo territorio”

Gigi De Palo, in una foto d'archivio SIR/Marco Calvarese

“Immischiati! Non guardare la vita dal balcone, mettiti in gioco!”. È l’invito che viene dal progetto “Immischiati”, finanziato dalla Fondazione Cattolica e portato avanti dalla Fondazione per la natalità e dall’“Associazione OL3 – Né indignati né rassegnati”, che si occupa di divulgare la Dottrina sociale della Chiesa (Dsc) e che lancia da settembre un corso completamente gratuito sui pilastri della Dsc: persona, bene comune, solidarietà, sussidiarietà e partecipazione. “Perché fare politica non è solamente candidarti alle prossime elezioni, ma anche e soprattutto seminare e risolvere problemi ogni giorno sul tuo territorio”. Al presidente di “OL3”, Gigi De Palo, chiediamo di raccontarci il progetto.

“Da circa 15 anni con un gruppo di amici tra professori, presidenti di associazioni, liberi professionisti, ma soprattutto padri di famiglia abbiamo buttato giù un format innovativo sulla Dottrina sociale della Chiesa. L’idea è quella di raggiungere non solo gli addetti ai lavori, ma anche e soprattutto la gente comune perché la Dsc è un tesoro spesso poco conosciuto. Da 15 anni, attraverso un metodo innovativo, abbiamo cercato di raccontare la Dottrina sociale della Chiesa partendo dai film per cercare di raccontare i cinque pilastri: persona, bene comune, solidarietà, sussidiarietà e partecipazione. In questi anni – racconta De Palo – in molte diocesi di Italia sono nati gruppi spontanei, che hanno girato per le parrocchie. Saremo stati, in 15 anni, in circa 400 parrocchie in tutta Italia, molte a Roma, molte nella zona del Veneto, di Bari, di Reggio Emilia, a Milano. Il nostro è un format replicabile: dopo una giornata di formazione chiunque può riproporlo nella sua associazione, parrocchia o diocesi”.

Il presidente di “OL3” prosegue: “Quest’anno abbiamo avuto un finanziamento della Fondazione Cattolica che ha sposato il nostro progetto di fare una sorta di Biblioteca virtuale sulla Dottrina sociale della Chiesa. Si tratta, possiamo dire, di un upgrade di quello che abbiamo fatto negli ultimi 15 anni. Così abbiamo registrato il nostro format, abbiamo fatto una landing page, cioè una pagina dove ci si può iscrivere al corso. Da settembre partirà un portale sul sito www.immischiati.it sulla Dottrina sociale della Chiesa, che prevede ore di lezione, venti webinar con tutta una serie di personaggi come Mauro Magatti, Leonardo Becchetti, Franco Nembrini, Luigino Bruni, padre Francesco Occhetta, Assuntina Morresi, Chiara Giaccardi, ovvero grandi esperti del mondo cattolico sui temi sociali. Ci sarà un podcast quindicinale che gli iscritti riceveranno, ci saranno dispense e anche un libro finale con tutti i contenuti che sono usciti da questo percorso. Dal secondo anno in poi partirà un tour sui pilastri della Dsc in alcune città italiane per andare oltre il digitale”.

Al momento “sono iscritte circa 2.700 persone”. De Palo chiarisce: “Facendo un’iniziativa innovativa on line, a cui ognuno può partecipare quando vuole, seguendo da casa le lezioni nell’orario più opportuno, l’obiettivo che vogliamo raggiungere è proprio quella di offrire una Biblioteca di contenuti sulla Dottrina sociale della Chiesa, che anno dopo anno possa andare a ingrandirsi. Quella che parte ora è solo la start-up. Il progetto dura un anno, l’obiettivo iniziale era formare mille persone, ma al momento abbiamo già superato le aspettative con un alto numero di iscritti. L’idea è di creare una rete di persone più consapevoli della loro cittadinanza, anche in vista delle elezioni che ci saranno tra cinque anni”. Secondo il presidente di “OL3”,“il problema è che i cattolici hanno smesso di formarsi, di fare ragionamenti insieme. La nostra iniziativa vuol essere un’occasione per formarli insieme, per metterli in rete, per farli conoscere, prima in maniera digitale e successivamente anche di persona”. Il tutto partirà con un evento lancio in una data ancora da stabilirsi. E, tiene a precisare De Palo, “è tutto gratuito”.

Ma perché il progetto si chiama “Immischiati”? Il presidente dell’associazione rimanda alle parole di papa Francesco in un incontro con gli studenti delle scuole gestite dai Gesuiti in Italia e Albania, nel 2013, che, rispondendo a una domanda, disse: “Coinvolgere nella politica è un obbligo, per un cristiano. Noi cristiani non possiamo giocare da Pilato, lavarci le mani: non possiamo. Dobbiamo immischiarci nella politica, perché la politica è una delle forme più alte della carità, perché cerca il bene comune. E i laici cristiani devono lavorare in politica. Lei mi dirà: ‘Ma non è facile’. Ma neppure facile è diventare prete. Non ci sono cose facili nella vita: non è facile. ‘La politica è troppo sporca’, ma io mi domando. Perché è sporca? Perché i cristiani non si sono immischiati con lo spirito evangelico? È facile dire: ‘La colpa è di quello’, ma io, cosa faccio? Lavorare per il bene comune è un dovere di un cristiano! E tante volte la strada per lavorare è la politica. Ci sono altre strade (…) ma l’attività politica per il bene comune è una delle strade!”. Allora, sottolinea De Palo, “noi abbiamo utilizzato questa parola che da una parte è immischiati, cioè un imperativo, vai, mettiti in gioco, stai in mezzo, dall’altra parte è anche uno stato, cioè il cattolico che è immischiato, sta nel mondo ma non è del mondo. La parola ha questo duplice significato a seconda di dove si mette l’accento: da una parte un’esortazione, da una parte una constatazione.

Il cristiano è immischiato e se non lo è ancora si deve immischiare, deve provare a dare il suo contributo anche a livello politico”.

Fonte: Sir
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