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Emilia Romagna, allarme frane e alluvioni

Coldiretti Emilia Romagna, dopo la neve e le gelate, guarda con apprensione a piogge e a frane. Paura per ortaggi e frutteti

Emilia Romagna, allarme frane e alluvioni

Allerta frane e alluvioni in Emilia Romagna. La Protezione civile regionale ha emesso un allerta "giallo" per criticità idrogeologica, relativa elle giornate del 5, 6 e 7 marzo, riferita al possibile verificarsi di fenomeni franosi, in corrispondenza dei bacini e della costa romagnola.

Coldiretti Emilia Romagna, dopo la neve e le gelate, guarda con apprensione all’arrivo della perturbazione di origine atlantica che porterà a un rialzo delle temperature.

"Se lo scioglimento delle neve avvenisse in tempi troppo rapidi – scrive in una nota Coldiretti regionale – i terreni e i fiumi faranno fatica ad assorbire l’eccesso di acqua, con il conseguente aumento del rischio di frane e smottamenti, come è già avvenuto in alcune zone, in particolare nel bolognese dove una frana ha interrotto il vecchio tracciato della Porrettana, minacciando anche alcune abitazioni.

La conseguenza del rapido sciogliersi delle neve con l’aggiunta di pioggia – continua Coldiretti  – è un aumento del rischio di alluvioni e un incremento della situazione franosa della nostra regione. Secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Servizio geologico regionale, in Emilia Romagna ci sono più di 38 mila frane attive per una superficie di quasi 70 mila ettari e più di 32 mila frane quiescenti, che coprono 181 mila ettari. In pratica l’11,3 per cento del territorio regionale è soggetto a frane. A essere più colpito è, naturalmente, il territorio collinare e montano, area dove – ricorda Coldiretti regionale – è in forte calo la presenza dell’agricoltura che negli ultimi venti anni ha visto più che dimezzato il numero delle aziende agricole, rimaste oggi poco più di 20 mila nell’Appennino emiliano romagnolo".

A causa del maltempo, da Piacenza a Rimini – secondo le prime parziali stime di Coldiretti regionale – sono oltre duemila le aziende agricole che hanno visto svanire le produzioni di ortaggi invernali, ma anche il raccolto dei frutteti, in particolare peschi e albicocchi che, con le temperature superiori alla media del mese di gennaio, erano in risveglio vegetativo e in molti casi già fioriti. A causa delle temperature scese sotto gli 8 gradi in pianura, è a rischio la produzione anche per il frumento e per le aziende che hanno già seminato le barbabietole da zucchero. Secondo Coldiretti regionale, i danni per i raccolti agricoli potrebbero raggiungere anche i 100 milioni di euro.

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