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Europa: Pombeni, “il 26 maggio votiamo per dare un messaggio preciso al governo italiano”

"Dobbiamo motivare le persone ad andare a votare, ha detto il politologo oggi ad Assisi al convegno indetto dalla Cei

Foto archivio Corriere Cesenate

(da Assisi) “Raramente abbiamo avuto una scadenza elettorale così importane come quella del 26 maggio, di cui la gente non si rende assolutamente conto”. Lo ha detto Paolo Pombeni, professore emerito all’Università di Bologna, intervenuto ieri sera, ad Assisi, al Convegno Cei #ComunitàConvergenti. “Nessuno di noi sceglie cosa vuole fare”, ha puntualizzato l’esperto: “Il contesto in cui siamo inseriti è quello dell’Unione europea, se fallisce saremo travolti da questo fallimento”. “L’Europa sta cambiando”, ha fatto notare Pombeni a proposito dello “scenario completamente cambiato” dopo “il sogno degli Stati Uniti d’Europa”, realizzatosi negli Anni Cinquanta: “Una scommessa vinta, il meraviglioso sviluppo è arrivato, l’Europa è stata un’esplosione del benessere, e il suo mito attrattivo ha attratto i Paesi dell’Est nella speranza di sedersi a questo tavolo imbandito”.

“Questo tipo di Europa non c’è più e non potrà più esserci, perché è finita l’età dell’abbondanza ed è arrivata una grande transizione storica”, la tesi di Pombeni, che ha paragonato la rivoluzione digitale alla rivoluzione della stampa: “Quello che c’era prima sembra non valere più. Stanno cambiando i centri di potere e di sviluppo nell’Europa: negli Anni Cinquanta nessuno pensava che Cina e India sarebbero stati quello che sono adesso. Questo cambiamento generale presuppone che l’Europa si attrezzi”. E l’Italia cosa farà? “Dobbiamo lavorare per contare nel Consiglio europeo, dei Capi di Stato, perché è lì che si decidono le cose”, la proposto Pombeni: “Il 26 maggio votiamo non soltanto per il Parlamento europeo, ma anche per mandare un segnale preciso al governo italiano, quale che sia. Dobbiamo avere molta credibilità, e punire tutti quelli che la credibilità non sanno dove sta di casa: per questo dobbiamo motivare le persone ad andare a votare. Stiamo battendoci per il nostro futuro all’interno di questo meccanismo”.

Le filiere del solidarismo cattolico sono tra le poche rimaste”, ha fatto notare l’esperto: “Non ci sono più strutture dove far circolare le idee, che non possono circolare su Internet: si formano all’interno della convivenza tra uomini che si sentono parte di un destino comune”. “Una comunità politica è una comunità di destini”, diceva Max Weber: “Nessuno può dire: ‘fermate il mondo voglio scendere’, ma il destino va costruito. Anche le scadenze elettorali – ha concluso Pombeni – sono scadenze in cui si può esprimere un impegno verso il proprio destino”.

Fonte: Sir
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