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Festa della Repubblica: Mattarella a Codogno, “riconoscenza a quanti si sono prodigati per curare e assistere i malati”

“Non va dimenticato quanto in questi mesi hanno fatto, con generosa abnegazione, tanti medici, infermieri, personale sanitario dei vari ruoli della sanità, farmacisti", ha aggiunto il Presidente. A Codogno, ha ribadito, “è presente l’Italia della solidarietà, della civiltà, del coraggio"

Foto Paolo Giandotti. Ufficio per la stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica

“Un esempio di senso civico, di alto patrimonio morale, di alto valore, che i vostri concittadini hanno dato, hanno offerto, hanno rappresentato nel nostro Paese”. Lo ha detto ieri il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al Municipio di Codogno per commemorare i cittadini deceduti a causa della pandemia.

“In questi luoghi si ritrova oggi la Repubblica. Da Codogno, dove è iniziato il nostro percorso di sofferenza, vogliamo ribadire i valori della Costituzione, ricordando nuovamente i nostri concittadini morti per il coronavirus e rinnovando grande solidarietà ai loro familiari e alle comunità di cui erano parte. Questi vuoti – ha ribadito il Presidente – sono ferite che possiamo tentare di ricucire soltanto con il ricordo. Ricordando nomi, volti, storie. Tutti, uno per uno”. Quindi Mattarella, dopo aver fatto gli auguri ai malati, ha rinnovato “la riconoscenza della Repubblica a quanti si sono prodigati per curarli e assisterli negli ospedali, nei presìdi sanitari, a domicilio. Senza domandarsi chi fossero, senza chiedere da dove venissero, senza chiedersi che idee professassero, ma guardando soltanto al loro essere persone”.

Non va dimenticato quanto in questi mesi hanno fatto, con generosa abnegazione, tanti medici, infermieri, personale sanitario dei vari ruoli della sanità, farmacisti. Lungi dal sottrarsi al proprio compito – ha sottolineato il Presidente - hanno contrastato l’epidemia con coraggio, sovente ponendosi a rischio. Molti – come sappiamo – sono rimasti vittime del loro senso del dovere. Non vi sono parole adeguate per esprimere questa riconoscenza – che tutti avvertiamo e che meritano – da parte del nostro Paese”.

“Siamo stati testimoni di migliaia di gesti solidali, coraggiosi, di testimonianze di altruismo, di abnegazione e spesso di felice inventiva nell’aiuto a chi ne aveva bisogno”, ha aggiunto il Presidente: “Si è manifestato un patrimonio morale presente nel nostro Paese, spesso sommerso, che va esaltato, che va posto a frutto. È il sommerso del bene. Che va fatto affiorare, va fatto prevalere, affinché caratterizzi in modo positivo la ricostruzione che attende la nostra società”. In Italia, per primi in Europa e in tutto il mondo occidentale, ha ricordato Mattarella, “siamo stati investiti da un fenomeno di inimmaginabile velocità di diffusione, sconosciuto anche alla scienza, nei suoi caratteri, nelle sue modalità di trasmissione, nei suoi effetti sull’organismo. Chi si è trovato ad affrontarlo – nei diversi ruoli – ha dovuto procedere spesso per tentativi di fronte all’imprevedibilità del comportamento dell’epidemia, non esistendo né farmaci specifici, né consolidate valutazioni scientifiche, né indicazioni di esperienza, che consentissero previsioni adeguate, né strutture proporzionate alla dimensione del contagio”.

Per il Presidente, “questo è tempo di un impegno che non lascia spazio a polemiche e distinzioni. Tutti siamo chiamati a lavorare per il nostro Paese, facendo appieno il nostro dovere, ognuno per la sua parte”. A Codogno, ha ribadito, “è presente l’Italia della solidarietà, della civiltà, del coraggio. In una continuità ideale in cui celebriamo quel che tiene unito il nostro Paese: la sua forza morale. Da qui vogliamo ripartire. Con la più grande speranza per il futuro”. “Grazie ai nostri concittadini per l’esempio che hanno dato a tutta l’Europa e al mondo”, ha concluso Mattarella.

Fonte: Sir
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