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Forlì-Cesena, turismo in calo del 40 per cento

Flessione inevitabile per i movimenti turistici, in un anno condizionato dal Covid. A Cesenatico le presenze calano del 41,1 per cento, a Cesena del 38 per cento

Forlì-Cesena, turismo in calo del 40 per cento

I dati diffusi dalla Camera di Commercio della Romagna vedono il movimento turistico in provincia di Forlì-Cesena in calo. 

La diminuzione annua degli arrivi è del 39,8 per cento (610.260 unità) quella delle presenze del 40,6 per cento (3.044.424 unità). La clientela straniera è quella che ne risente maggiormente, facendo segnare un -70,4 per cento negli arrivi e un -71,2 per cento nelle presenze, mentre risulta più ridotto il calo del turismo nazionale (-33,8 per cento di arrivi, -33,7 per cento di presenze).

Non positivi i risultati dei quattro mesi estivi (giugno-settembre), periodo nel quale si concentra il maggior flusso turistico dell’anno; giugno chiude con un -71,1 per cento di presenze, luglio con un -36,5 per cento, mentre, se non altro, agosto e settembre riescono a contenere le perdite, facendo segnare, rispettivamente, -13,5 per cento  e -16,4 per cento di presenze.

Nel periodo gennaio-settembre 2020 si evidenzia la diminuzione delle presenze in tutti i comuni. Riguardo alle località balneari, a Cesenatico si assiste a un calo delle presenze del 41,1 per cento, a Gatteo del 41,3 per cento, a San Mauro Pascoli del 35,1 per cento e a Savignano sul Rubicone del 31,3 per cento; con riferimento ai grandi comuni, a Forlì e a Cesena si registrano presenze in calo, rispettivamente del 43,5 per cento e 38,0 per cento, mentre per ciò che concerne le località termali, si rileva un -42,0 per cento di presenze a Bagno di Romagna, -52,6 per cento a Bertinoro e -60,4 per cento a Castrocaro Terme e Terra del Sole.

In diminuzione anche le presenze nei comuni dell’Appennino forlivese (-39,4 per cento) e nei comuni cosiddetti collinari (-39,9 per cento).

L'Organizzazione mondiale del turismo (Omt), che fa capo all'Onu, ha dichiarato che a causa della pandemia di Covid-19 il turismo globale nei primi otto mesi dell'anno, rispetto al 2019, è crollato del 70 per cento. Anche i dati del turismo nei nostri territori, purtroppo, registrano, come previsto, forti diminuzioni degli arrivi e delle presenze, causate prima di tutto dalle restrizioni per il contrasto alla pandemia e poi anche dalle ridotte capacità di spesa delle persone, senza dimenticare la paura del contagio che ha pesantemente condizionato la voglia di mobilità – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna –. Questa situazione minaccia l’economia e i posti di lavoro, colpendo in primis il settore del turismo in senso lato (attività di alloggio e ristorazione, agenzie di viaggi, cultura, convegnistica, etc.) e con ricadute molto pesanti sull’intera economia territoriale. Si conferma ancora una volta che sui nostri territori, il turismo rappresenta un fattore di grandissima rilevanza per infrastrutture materiali e immateriali, a partire da quelle che migliorano la capacità di apertura e scambio tra sistemi culturali e, di fatto, rendono più competitiva l’offerta locale e l’attrattività dei nostri territori. Dobbiamo proteggere il settore e il lavoro e dobbiamo, parimenti, prepararci per il momento del riavvio e cioè per quando si tornerà alla normalità e riprenderanno gli spostamenti. Ben consapevole di tutto ciò, la nostra Camera ha attivato una linea strategica dedicata al turismo e a tutte le filiere a esso collegate, a monte e a valle”.

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