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Bambini e feste natalizie: gli strali degli azzurri

Forza Italia contro la “laicizzazione del Santo Natale”

Dura nota del dipartimento Scuola di Forza Italia Emilia-Romagna sulla trasformazione del 25 dicembre nella "festa di Babbo Natale".

Gli azzurri legano questa perdita del "patrimonio identitario della Nazione" alla crescente presenza di alunni stranieri nelle aule scolastiche.

Forza Italia contro la “laicizzazione del Santo Natale”

Nelle aule delle nostre scuole stiamo assistendo, rassegnati, a una lenta e inesorabile laicizzazione del Santo Natale. Tanto che se chiedessimo che festa sia il Natale a uno degli alunni che nella nostra regione frequentano attualmente le scuole primarie di primo grado o dell’infanzia, con molta probabilità il bambino ci risponderebbe con candida innocenza che il 25 Dicembre è la festa di Babbo Natale o, tutto al più, di Santa Claus. Se provassimo poi a menzionargli il nome di Gesù Bambino, il ragazzino ci guarderebbe stranito, ignorando totalmente la storia, a noi tanto cara, del bue e dell’asinello che in una fredda notte d’inverno, in una grotta di Betlemme riscaldarono il bambinello”.

Comincia con un’amara constatazione la nota del Dipartimento scuola di Forza Italia Emilia-Romagna, retto da Cristina Paolini. Secondo il partito azzurro il fenomeno sarebbe da legarsi non tanto al consumismo, ma alla crescente percentuale di minori stranieri: “Nelle scuole dell’Emilia-Romagna la percentuale media di minori stranieri nella fascia 0-18 (al primo gennaio 2016) era pari al 16,7 per cento, a Forlì- Cesena il 14,8 per cento. Forza Italia vuole promuovere la cultura sul nostro territorio e invita i cittadini italiani a non abbassare la guardia e a rivendicare con orgoglio le proprie radici culturali e cristiane che hanno fatto dell’Italia un Paese di cultura e di eccellenza nel mondo”.

“Ben vengano dunque le rappresentazioni di presepi nelle piazze o per le vie delle nostre città – continua la nota di Forza Italia regionale – ben vengano le recite natalizie. Perché ognuno di noi può chiamare queste manifestazioni col nome che più gli aggrada, bigottismo, fede, tradizione, folclore, recita, pagliacciata, ma non può negare che queste siano profondamente radicate nella nostra cultura di popolo italiano e ne rappresentino assieme a quel bambinello, oramai dimenticato, identità, valori e sentimenti che vanno salvaguardati e valorizzati perché patrimonio identitario della nostra nazione”.

“Se poi capitasse come avviene oramai da molti anni nella mia Cesena – conclude la Paolini – che durante il periodo natalizio venga ripetutamente sottratto dal presepe, collocato dinnanzi al duomo, la statua di Gesù bambino, pazienza, questo è il segno, allora, che quel bambinello è ancora vivo fra noi”.

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