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dopo l'emergenza sanitaria

Gli infermieri si mobilitano e scendono in strada in alcune città dell'Emilia-Romagna

"Oggi pretendono la giusta visibilità", dice la corrdinatrice regionale del sindacato Nursing Up, la cesenate Francesca Batani

Gli infermieri si mobilitano e scendono in strada in alcune città dell'Emilia-Romagna

Hanno combattuto nelle corsie e nelle stanze d’ospedale. Hanno sopportato turni massacranti, hanno vissuto, per amore del loro lavoro, lunghi periodi di lontananza dalle loro famiglie. Hanno anteposto il dovere professionale e l’impegno per la salute pubblica alle questioni personali. Hanno rischiato anche la vita, come “soldati sul campo”. Tutti li hanno definiti eroi, ma ora hanno deciso di scendere in strada per manifestare pacificamente il loro dissenso, per far arrivare il loro messaggio alla società civile.

"Gli infermieri ci chiedono di portare la nostra voce e le nostre ragioni in tutte le sedi istituzionali, pretendendo la giusta visibilità - dice Francesca Batani, Responsabile regionale del Sindacato Nursing Up -. Troppo facile proclamarci eroi nel momento del bisogno e poi voltarci letteralmente le spalle". 

Per questo gli infermieri scenderanno nelle seguenti piazze, “vìs-à-vìs” con i cittadini, il 4 giugno a Rimini, il 5 a Ferrara, l'8 a Ravenna e il 9 a Bologna, davanti al palazzo della Regione.

Il Nursing Up Emilia Romagna grazie alle richieste avanzate dagli infermieri, scenderà al loro fianco e si è fatto portavoce delle numerose richieste a tutela della professione e della cittadinanza, scrivono in un comunicato inviato alla stampa. "Per l’agognato e meritato salto di qualità della nostra professione, dicono gli infermieri, ci facciamo portatori di queste istanze:

- La necessità di un contratto fuori dal comparto.

- Aumento stipendiale serio, sostanzioso e strutturale.

- Diciamo basta ai bonus una tantum.

- Rivisitazioni e istituzioni di nuove indennità, in particolare indennità infermieristica permanente che sia parte del trattamento economico fondamentale e non una “una tantum”. L’emergenza Covid-19 ha accentuato le profonde differenze rispetto alle altre professioni. La libera professione alla stregua dei medici - Aggiornamento professionale e riduzione del debito orario settimanale per la frequentazione, come già avviene per i medici.

Per la salute e la cura dei cittadini:

- l'istituzione dell'infermiere di famiglia in quanto figura fondamentale per la prevenzione ed educazione sanitaria: l'infermiere è la figura che si prende cura della persona e del mondo che lo circonda (famiglia, società ecc)

- Più infermieri nei reparti (a fare gli infermieri e non i factotum) per tutelare la vita dei pazienti: è dimostrato scientificamente (British Medial Journal, NR4Cast ecc) che avere un rapporto di un infermiere ogni sei pazienti riduce del 20% la mortalità nei reparti di medicina e del 17% in quelli di chirurgia". 

«L’emergenza Covid ha messo in ulteriore evidenza, che la nostra professione è indispensabile, ha stigmatizzato ciò che da sempre denunciamo: ovvero che gli infermieri sono la spina dorsale del sistema sanitario nazionale: ma in concreto la politica e tutte le istituzioni continuano a trattarla in modo inadeguato sia socialmente che economicamente», conclude la responsabile del Coordinamento Nursing Up Emilia Romagna. 

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