Da domani a sabato 24 agosto
I messaggi di papa Francesco e del presidente Mattarella in apertura del quarantesimo Meeting per l’amicizia fra i popoli
L'evento si tiene nei locali della nuova fiera, a Rimini
«Fu guardato e allora vide, se non fosse stato guardato, non avrebbe visto». Con queste parole di sant’Agostino papa Francesco nel suo messaggio legge il titolo del quarantesimo Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si inaugura domani, domenica 18 agosto, nella Fiera di Rimini con il titolo «Nacque il tuo nome da ciò che fissavi».
Uno sguardo che fa la differenza. «Come l’uomo può ritrovare se stesso e la speranza?», scrive Francesco. «Non può farlo solo attraverso un ragionamento o una strategia. Ecco allora il segreto della vita, quello che ci fa uscire dall’anonimato: fissare lo sguardo sul volto di Gesù e acquistare familiarità con Lui. Guardare Gesù purifica la vista e ci prepara a guardare tutto con occhi nuovi».
Nel suo messaggio il Papa cita l’Innominato di Manzoni e gli episodi evangelici di Zaccheo e della Veronica, da cui la poesia di Karol Wojtyla che ha ispirato il titolo di questa edizione. «In un’epoca dove le persone sono spesso senza volto, figure anonime perché non hanno nessuno su cui posare gli occhi, la poesia di San Giovanni Paolo II ci ricorda che noi esistiamo in quanto siamo in relazione», scrive papa Francesco, auspicando infine che il Meeting «sia sempre un luogo ospitale, in cui le persone possano “fissare dei volti”, facendo esperienza della propria inconfondibile identità. È il modo più bello per festeggiare questo anniversario».
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio sottolinea che il Meeting è «una preziosa occasione di incontro, di scambio di esperienze e di crescita culturale» e legge il titolo di questa edizione come «una riflessione sull’umanità dell’uomo, sulla relazione necessaria con l’altro, sul formarsi della comunità, sul dialogo incessante tra la fede personale e la storia». Secondo il presidente Mattarella «è necessario affrontare il nuovo con coraggio, senza nostalgie paralizzanti, conservando sempre spirito critico e apertura a chi ci è prossimo. Ripartire dalla persona è un percorso di crescita e di liberazione a cui siamo continuamente richiamati».
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