Sanità
La Regione: "I Cau hanno sgravato i Pronto soccorso. Parlano i numeri"
Dai dati regionali emerge che, rispetto al 2023, sono diminuiti del 20 per cento gli accessi in codice bianco e del 10 per cento in codice verde
Continua ad attenuarsi, secondo i dati della Regione, la pressione sui Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna grazie ai Cau, i Centri di assistenza urgenza per le urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale dei cittadini.
I numeri sono stati presentati oggi in conferenza stampa, a Bologna, dall’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini.
Nei primi nove mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, gli accessi in codice bianco nei Pronto soccorso sono diminuiti mediamente in regione del 20 per cento e quelli in codice verde del 10 per cento. Si avviano verso quota 400mila i pazienti - l’85 per cento dei quali tra i 18 e i 65 anni - che si sono rivolti ai Cau da quando hanno iniziato la loro attività a novembre 2023.
In totale diminuiscono del 7 per cento gli accessi nei Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna nei primi sette mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel distretto sanitario Cesena-Valle Savio la riduzione del tasso di accesso al Pronto soccorso per 1.000 assistibili è del 13 per cento.
Dati che, secondo la Regione, confermano l’efficacia del sistema. A oggi i Centri attivi sono 42 e il numero salirà a 50 entro fine anno. In provincia di Forlì-Cesena si trovano già a Mercato Saraceno e Cesenatico (dal 15 gennaio), a Bagno di Romagna e Santa Sofia (dal 22 gennaio), a Cesena (dal 6 maggio)
Dai dati presentati emerge che il livello di soddisfazione da parte dei pazienti sull’esperienza nei Cau è del 90 per cento, sia in termini di accoglienza sia di qualità delle cure ricevute, secondo i dati raccolti attraverso gli oltre 6.200 questionari che la Regione ha proposto in collaborazione con le Aziende sanitarie a partire dal 29 gennaio. A compilarli, su base volontaria e anonima, i pazienti stessi. Un altro dato fornito riguarda i tempi di attesa, inferiori ai 90 minuti, con accessi soprattutto in orario diurno (83 per cento).
Per quanto riguarda le patologie più frequenti trattate, il 62 percento dei pazienti si è rivolto ai Cau per "disturbi generali e problemi minori", quali febbre, cambio di medicazione o puntura di insetto.
“I dati oggettivi, al di là di ogni inesattezza, caricatura e strumentalizzazione - ha sottolineato Donini - confermano che i Cau stanno funzionando perché sono in grado di dare risposte di assistenza e cura veloci e di qualità ai cittadini, di norma h24, 365 giorni all’anno, senza alcuna necessità di appuntamento. La riduzione del 7 per cento rispetto all’anno scorso degli accessi al Pronto soccorso in media regionale ci incoraggia a proseguirne l’esperienza, anche alla luce dell’altissimo livello di soddisfazione da parte dei cittadini”.
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