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oltre l'emergenza sanitaria

La mafia ai tempi del Covid-19. "La malavita organizzata investe capitali sporchi in attività legali, anche al nord. Si deve eliminare la burocrazia inutile"

L'incontro si è tenuto ieri sera sulla piattaforma digitale Zoom. Moderati dal presidente incoming del club di Napoli Parthenope, Antonio Scarfone, hanno risposto ai numerosi quesiti il magistrato Catello Maresca e il giornalista Paolo Chiariello

Il manifesto dell'incontro di ieri, con tantissimi club partecipanti

Cos'è la mafia? Ne hanno parlato ieri sera durante una conviviale online oltre 500 rotariani da tutta Italia. Hanno risposto all'invito arrivato da Antonio Scarfone, presidente incoming del club Napoli Parthenope. Due gli ospiti di assoluto valore, visto l'argomento. Da un lato Catello Maresca, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Dall'altro il collega di tante battaglie comuni, su altro versante, il giornalista Paolo Chiariello.

A rispondere al quesito ci ha provato Maresca. "Chiediamoci: cos'è un gruppo mafioso?. Non è solo violento - ha chiarito subito il pm -. È molto più subdolo. Si infiltra nell'economia e nella politica e le condiziona. Le situazioni di crisi, come quella che ora stiamo vivendo, sono le condizioni migliori in cui poter agire per la mafia. C'è mancanza di liquidità e c'è poca burocrazia nell'erogazione del credito. Ricordiamoci che il clan dei casalesi (Maresca è il magistrato che ha fatto arrestare il superlatitante Michele Zagaria, boss del clan dei casalesi, ndr) avviò la sua attività illecita proprio subito dopo il terremoto in Irpinia del 1980. Quindi, oggi occorre fare molta attenzione, in particolare tra chi arriva in soccorso di aziende che non ce la fanno. Le mafie non sono andate in quarantena".

"Da giornalista faccio il mio dovere - ha tagliato corto Chiariello, lui che opera da tanti anni in primissima linea -. Racconto ciò che vedo. Cerco di mettere un fascio di luce su affari sporchi. A suo tempo compresi che i casalesi erano un'organizzazione mafiosa che lavorava per l'emergenza rifiuti. Alla mafia fa sempre comodo un'emergenza. È il suo clima adatto".

"I segnali sono già evidenti - ha aggiunto Maresca -. L'usura si presenta con la faccia pulita di chi ti vuole aiutare. Dove lo Stato non riesce ad arrivare, lì arriva la mafia. Le mafie evolvono e passano di padre in figlio. La solidarietà tra noi, come ad esempio fra il Rotary, costituisce un argine concreto contro le mafie. Ci vuole anche un argine culturale, di lavoro sul territorio, tra la gente. Sì, perchè l'abbraccio delle mafie è mortale. E poi ti costringono a smerciare droga e armi".

"Le mafie investono capitali sporchi (provenienti da spaccio di droga e sfruttamento della prostituzione) in attività legali, anche al nord - ha precisato il giornalista -. Oggi, con la mafia finanziaria, tutti sono a rischio. La mafia ora sta facendo la spesa sociale per acquisire il consenso della gente. Oggi la mafia non uccide più. Resta nascosta per fare ancora più affari. Si tratta, oggi, di menti raffinatissime, sparse in tutto il mondo. Tutti dobbiamo sentirci impegnati nel sottrarre persone alle organizzazioni mafiose, proprio oggi che ci sono milioni di persone in difficoltà. La mafia, ricordiamolo, non è una questione meridionale. È un problema italiano".

"Il modello di burocrazia per gli appalti pubblici è quello utilizzato per il ponte di Genova - ha insistito Maresca -. Troppe norme rallentano il processo esecutivo. Si deve eliminare la burocrazia inutile, dove si insinuano troppi poteri, e mantenere solo quella che può fare da filtro alle mafie. Ci vogliono elasticità ed equilibrio. A mio avviso, la mafia è un problema almeno europeo".

Sulle scarcerazioni dei mafiosi a motivi del Covid, Chiariello è stato molto esplicito. "Un'educatrice che diventa addetto stampa del ministero e poi va al Dap e firma una circolare che disciplinava questa uscite è un fatto che desta molte perplessità. Traete voi le conseguenze. I mafiosi quando sono in carcere comandano. Ora a casa, visti che ne sono usciti circa 500, hanno maggiori possibilità di sporcare il territorio. Pasquale Zagaria era in carcere a Sassari, zona con pochi contagi. È stato trasferito a Ponte Vico (7.000 abitanti) in provincia di Brescia, una delle zone più tartassate dal contagio... Non so, ditemi voi".

Gli ha fatto eco Maresca: "Mi sto ancora chiedendo come sia potuto accadere. Prima di un intervento, sono andati a casa 500 mafiosi. Si è trattato di una grave sottovalutazione, per cattiva conoscenza del settore. Molti non torneranno in carcere. Il danno ormai è fatto". 

"La circolare del Dap è criminogena - ha rincarato la dose Chiariello -. Abbiamo un problema al ministero della Giustizia, si sa. Gli affari della mafia ora si stanno spostando su mascherine e gel igienizzanti. La Guardia di finanza ne sta sequestrando ogni giorno a tonnellate, anche se la notizia non passa in tv. Poi avremo tonnellate di rifiuti speciali. Trasporti, rifiuti, sanità, questi sono i settori tipici in cui opera la mafia. Maresca ha fatto sequestrare centinaia di milioni di euro poi acquisiti al patrimonio dello Stato. Dobbiamo anche sapere che i rifiuti industriali (rifiuti speciali, ndr) portati al sud sono diventati un reato solo nel 2015. Comunque diciamocelo: tutti abbiamo responsabilità. Dei 250 mila camion che hanno scaricato rifiuti a Casal di Principe nessuno ha mai detto nulla".

"La risposta dello Stato alla mafia è adeguata? Io dico di no - ha detto lapidario Maresca, in conclusione -. Aggiungo anche che la mafia si combatte nelle scuole, nelle università, nelle case, nelle strade, in ogni luogo. Tocca a noi".

 

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