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Le decisione del governo adottate la scorsa notte. Non più aree rosse, ma Italia divisa in due grandi zone con maggiori restrizioni

In Lombardia e in altre 14 province si potrà rientrare nelle proprie residenze per comprovati motivi. E anche per importanti motivi di lavoro. Vale per tutti un'importante raccomandazione finale: "limitare, ove possibile, gli spostamenti delle persone fisiche ai casi strettamente necessari"

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un'immagine d'archivio

Durante la conferenza stampa tenuta nella notte appena trascorsa, attorno alle 2, il presidente del Consiglio (abbiamo riascoltato poco fa la registrazione) ha fornito le linee interpretative del nuovo decreto che verrà pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale ed entrerà subito in vigore.

Conte si è lamentato ancora della fuga di notizie, vista che una bozza è circolata ieri sera su tutte le chat. L'edizione definitiva del decreto ha proposto alcune novità, come l'allargamento della zona con maggiori restrizioni a tutta la Lombardia e ad altre 14 province, e non 11 come anticipato. Le province sono Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini in Emilia Romagna; Pesaro-Urbino nelle Marche; Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli in Piemonte; Venezia, Padova e Treviso in Veneto.

Conte ha assicurato che è consentito a chiunque il rientro nelle proprie abitazioni di residenza. Ha anche detto che chiunque abbia la temperatura corporea superiore a 37,5 gradi deve rimanere a casa e contattare il medico curante. Sono sospesi tutti gli eventi, tutte le manifestazioni pubbliche o private, di carattere religioso o fieristico. Sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici. Sono chiuse le sale gioco, le sale scommesse e le sale bingo. Sono chiusi anche i musei. 

Altre limitazioni riguardano le aggregazioni di persone: è raccomandato a tutti di evitarle, specie nella nuova zona Lombardia più le altre 14 province, dove i bar saranno aperti solo dalle 6 alle 18 e dove le persone dovranno stare ad almeno un metro di distanza, pena elevate sanzioni e la chiusura del locale. I luoghi di culto possono rimanere aperti, ma con dovute cautele e garantendo l'accesso in maniera regolata e a distanza di almeno un metro. In queste zone le scuole rimarranno chiuse fino al 3 aprile. Anche nelle attività commerciali si dovrà rispettare la distanza di almeno un metro tra le persone. 

Anche in tutto il resto d'Italia le nuovi disposizioni emanate sono più restrittive. Sono sospesi meeting di ogni tipo e manifestazioni in cui è coinvolto il personale sanitario. Convegni e congressi sono tutti sospesi, di ogni tipo. Chiusi i cinema, i teatri, i pub, le discoteche e le scuole da ballo. Chiusi anche i musei. Bar e ristoranti potranno rimanere aperti, ma solo se sarà garantita la distanza di un metro tra le persone. Per le attività commerciali occorrerà predisporre afflussi contingentati e misure idonee a evitare assembramenti, nel rispetto sempre della distanza di almeno un metro tra le persone. 

Sono sospese tutte le attività didattiche di gemellaggi, viaggi di istruzione e simili. Tutti gli sport in luoghi pubblici o privati. Sì per quelli all'aperto purchè senza pubblico.

Confermata la sospensione dell'attività didattica nelle scuole fino al 15 marzo. Sospesi i viaggi di istruzione e attività similari, come visite guidate o uscite didattiche comunque denominate.

Per tutti, infine una pressante raccomandazione: "limitare, ove possibile, gli spostamenti delle persone fisiche ai casi strettamente necessari".

> Il testo firmato del Dpcm 8 marzo 2020

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