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Agricoltura

Meno pesche e nettarine ma più buone

Nella provincia di Forlì-Cesena cala la produzione di pesche e susine a causa delle piogge primaverili, recupero dei prezzi, migliora la qualità ma calano le superfici coltivate

Meno pesche e nettarine ma più buone

Analizzando i dati relativi all’andamento dei prezzi della frutta estiva in provincia di Forlì-Cesena, si evidenzia una ripresa delle quotazioni determinata dalla minor quantità di prodotto immessa sul mercato. La contrazione delle produzioni è stata indotta principalmente dalle avversità meteorologiche di fine primavera che hanno creato danni notevoli a pesche e susine e dallo spostamento della frutticoltura locale verso produzioni autunnali.

Dal monitoraggio continuo che la Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini attua sull’andamento dei prezzi in agricoltura nella provincia di Forlì-Cesena, grazie anche al lavoro delle Commissioni prezzi, emerge che nell’annata 2018, ancora in corso, "il settore frutticoltura è molto migliorato sia qualitativamente sia in termini di quotazioni - commenta Mario TurroniPresidente della Commissione rilevazione prezzi dei cereali sementi foraggi frutta ed ortaggi -. Tuttavia, non bisogna certamente illudersi; ci troviamo di fronte ad un’annata di scarsa produzione e di alta qualità. Gli espianti dei frutteti, avvenuti negli ultimi anni, hanno portato il settore pesche e nettarine ai minimi storici".

Con riferimento a pesche e nettarine, gli operatori del settore riportano una produzione in diminuzione, una pezzatura buona e quotazioni soddisfacenti. I dati  mostrano un incremento del 67,7% del prezzo medio delle pesche gialle e del 73,5% delle nettarine gialle.

Nella stagione estiva 2018, risultano in aumento anche i prezzi medi di albicocche (+48,1%) e susine (+21,7%). In particolare, le produzioni di albicocche vedono aumentare gli ettari loro dedicati, con una continuità produttiva - e un livello qualitativo - che va dalla primavera alla tarda estate.

In provincia di Forlì-Cesena la produzione di pesche e nettarine si qualifica come specializzazione e vocazione territoriale, sebbene da anni superfici, quantità e valore siano in flessione. Gli ultimi dati disponibili (fonte Istat) riferiscono per il 2017 la cifra di 3.171 ettari (-14,7% rispetto al 2016), mentre la contrazione della superficie dedicata negli ultimi dieci anni è stata pari al 56,8%. Conseguentemente anche le quantità prodotte si sono ridotte dello stesso livello.

La produzione lorda vendibile di pesche e nettarine nel 2017 è stata pari a 20,6 milioni di euro (il 23,7% della produzione frutticola provinciale e il 4,3% di quella totale). A livello regionale, la produzione di pesche e nettarine prodotte in provincia di Forlì-Cesena pesa per il 21,8% del totale, al secondo posto dopo Ravenna (62,7%) che si conferma il principale produttore in regione.

Gli effetti della crisi strutturale del comparto frutticolo locale sono evidenti e manifesti già da anni. Infatti, dal 2007, a fronte di un dimezzamento delle superfici in produzione (-56,8%), la produzione di pesche e nettarine si è ridotta di più di due terzi (-71,2%), mentre la flessione è pari al 74,8% se considerata a valori reali (vale a dire depurati dall’effetto dell’inflazione). 

componenti della Commissione prezzi della Camera della Romagna sono concordi nell’affermare che “la crisi di pesche e nettarine ha prodotto negli ultimi anni una selezione molto severa che ha costretto molti coltivatori ad abbattere i frutteti. Naturalmente chi è rimasto rappresenta l’eccellenza dei produttori in tutti i sensi. Si è pertanto assistito ad un costante miglioramento degli impianti, all’applicazione di tecniche di coltivazione all’avanguardia e al rinnovo delle varietà, privilegiando produzioni che, oltre a presentarsi molto bene al consumatore, sono dotate di notevoli qualità organolettiche.”

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