Dall'Italia
stampa

guerra e crisi economica

Nel porto di Ravenna la motonave Rojen, proveniente dall’Ucraina. Dureranno 30 ore le operazioni di scarico delle 14mila tonnellate di mais fumigato

“Tra i prodotti che hanno subito maggiori incrementi di prezzo nel carrello della spesa ci sono proprio – sottolinea la Coldiretti – alimenti la cui disponibilità dipende direttamente o indirettamente dalle importazioni dall’estero e in particolare dall’Ucraina"

La foto è stata concessa dalla Capitaneria di porto di Ravenna

È arrivata in rada nel primo pomeriggio di ieri, 12 agosto, dove ha ancorato nella zona di fonda prevista, la motonave “Rojen” ha fatto ingresso nella tarda serata nel porto di Ravenna, ormeggiando presso la banchina del terminal Docks Cereali, proveniente dal porto ucraino di Chornomorsk con a bordo un carico di 13.041 tonnellate di mais fumigato.

La nave, di bandiera maltese, 185 metri di lunghezza e 7 metri di pescaggio, prima di poter entrare all’ormeggio ha ricevuto la visita ispettiva ed il nulla osta da parte del Chimico del Porto, come previsto dalle disposizioni in vigore in materia di trasporto di prodotti fumigati.

Nel frattempo erano terminate le operazioni di scarico, ritardate dalla pioggia, di un’altra nave che occupava precedentemente la banchina del terminal, lasciando lo spazio utile per l’ormeggio della “Rojen”.  

La nave ha potuto far ingresso nel porto ed attraccare in banchina verso l'una e mezzo della notte scorsa, con a bordo il servizio di pilotaggio e l’assistenza di rimorchiatori ed ormeggiatori.

Presenti in porto il direttore Marittimo dell’Emilia-Romagna e comandante del Porto di Ravenna, capitano di vascello Francesco Cimmino, e l’ambasciatore dell’Ucraina in Italia, con una delegazione di diplomatici ucraini.

Con la “Rojen” riprende un importante segmento dei traffici provenienti dai porti del Mar Nero, di cui il porto di Ravenna è leader in Italia.

Come riportato dall’Ansa Emilia Romagna, lo scarico della Rojen è iniziato questa mattina intorno alle 8.50. Le operazioni dureranno almeno circa 30 ore. A quanto si apprende dovrebbero concludersi martedì 16 agosto. Nella stessa giornata al porto di Ravenna è attesa un’altra nave dall’Ucraina – la Sacura, con 11mila tonnellate di semi di soia destinati all’alimentazione animale – mentre al porto pugliese di Monopoli dovrebbe approdare la Mv Mustafa Necati, con 6mila tonnellate di olio grezzo di semi di girasole.

“Lo sbarco in Italia della prima nave carica di mais proveniente dal Mar Nero è importante per fermare le speculazioni sui prezzi, dalle stalle alle tavole, in una situazione in cui l’Ucraina con una quota di poco superiore al 13% per un totale di 785 milioni di chili è il secondo fornitore di mais dell’Italia che è costretta ad importare circa la metà del proprio fabbisogno per garantire l’alimentazione degli animali negli allevamenti”. Lo afferma la Coldiretti, commentando positivamente lo sbarco in Italia a Ravenna di 15mila tonnellate di mais della nave Rojen partita dal porto ucraino di Chornomorsk.

“Tra i prodotti che hanno subito maggiori incrementi di prezzo nel carrello della spesa ci sono proprio – sottolinea la Coldiretti – alimenti la cui disponibilità dipende direttamente o indirettamente dalle importazioni dall’estero e in particolare dall’Ucraina. In cima alla classifica dei rincari con un +65,8% ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole che risente del conflitto in Ucraina che è uno dei principali produttori, mentre al secondo posto c’è il burro in crescita del 32,3%”  e “al terzo la pasta (+26,3%) che risente dello stravolgimento del mercato mondiale dei cereali provocato dal conflitto tra Kiev e Mosca, proprio nel momento in cui nelle campagne italiane si registrano speculazioni sul prezzo del grano con forti e ingiustificati cali dei compensi riconosciuti agli agricoltori”, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat a luglio 2022.

Dopo quasi sei mesi di interruzione delle forniture da Kiev a causa della guerra, lo sbarco a Ravenna avviene “in un momento particolarmente delicato per l’Italia in cui senza precipitazioni rischiano di dimezzare i raccolti nazionali di foraggio e mais destinati all’alimentazione degli animali a causa del caldo e della siccità che – sottolinea la Coldiretti – hanno colpito duramente la Pianura padana dove si concentra 1/3 della produzione agricola nazionale e circa la metà degli allevamenti dai quali nascono formaggi e salumi di eccellenza Made in Italy”.

“L’Italia è costretta a importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni”, afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. “Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole e industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma – conclude Prandini – serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici”.

Fonte: Sir
Tutti i diritti riservati
Nel porto di Ravenna la motonave Rojen, proveniente dall’Ucraina. Dureranno 30 ore le operazioni di scarico delle 14mila tonnellate di mais fumigato
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento