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Policlinico Gemelli: eccezionale intervento di correzione della spina bifida in utero. Massimi (neurochirurgo), “abbiamo tutte le ragioni per dirci soddisfatti”

Il medico chiarisce: “Noi abbiamo avuto proprio la possibilità di intervenire sul feto esposto e di fare la riparazione, intervento piuttosto rapido che si è svolto senza nessun problema. In seguito si è proceduto a richiudere l’utero e infondere nuovamente il liquido amniotico"

Foto agensir.it

Effettuato al Gemelli un eccezionale intervento di correzione della spina bifida in utero alla ventiseiesima settimana di gravidanza. A realizzarlo è stata un’équipe composta da ginecologi ostetrici e neurochirurghi della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e dell’Università Cattolica. Il bambino, al quale è stato dato il nome di Tommaso, è nato qualche giorno fa e sta bene. Ora proseguirà le cure presso il Centro spina bifida del Gemelli, struttura di riferimento nazionale. Tommaso era affetto da una grave forma di spina bifida, il mielomeningocele, caratterizzata dalla mancata chiusura del tubo neurale a livello lombosacrale, con protrusione delle meningi e del midollo spinale a tale livello. La correzione chirurgica viene in genere effettuata dopo la nascita, ma questi difetti peggiorano nel corso della gravidanza. Per questo si è optato per una correzione precoce in utero.

“L’operazione si è svolta in maniera ottimale con un team molto preparato, visto anche il training fatto all’estero proprio per questo tipo di operazione – ha detto all'agenzia Sir uno dei neurochirurghi dell’équipe, Luca Massimi -. È stata fatta una diagnosi precoce ed è stata scelta la settimana migliore – la ventiseiesima – per intervenire. Abbiamo fatto un’anestesia molto profonda che ha permesso di rilassare la madre e il feto. Prima è intervenuto il team ostetrico  facendo una sorta di taglio cesareo modificato, poi siamo intervenuti noi della Neurochirurgia facendo un intervento ‘open’ che è sicuramente quello più efficace in materia di spina bifida. Esiste anche la fetoscopia, meno invasiva ma che ha delle percentuali di reintervento alla nascita piuttosto alte”.

Il medico chiarisce: “Noi abbiamo avuto proprio la possibilità di intervenire sul feto esposto e di fare la riparazione, intervento piuttosto rapido che si è svolto senza nessun problema. In seguito si è proceduto a richiudere l’utero e infondere nuovamente il liquido amniotico. L’intervento e le fasi successive sono andate molto bene. La mamma è stata trattenuta per due settimane in ospedale per monitorare le condizioni sue e del bambino”. “Poi finalmente – ha concluso Massimi – il bambino è nato pochi giorni fa, a 35 settimane, e sta molto bene. Non ha avuto bisogno di supporto respiratorio ed è molto vispo. Anche se è vero che le casistiche si fanno su grandi numeri, abbiamo tutte le ragioni per dirci soddisfatti”.

Grande soddisfazione è stata espressa all'agenzia Sir anche da Claudia Rendeli, responsabile della Uosd di spina bifida e uropatie malformative del Dipartimento di Scienze della salute della donna del bambino e di sanità pubblica del Gemelli: “È il primo intervento fatto al Gemelli e tra i primi fatti in Italia. Da poco si pratica questa operazione, necessaria per preservare il tessuto nervoso, il midollo ed evitare delle spiacevoli conseguenze secondarie sul bambino”.

Fonte: Sir
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