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Romagna Acque segue la situazione idrica delle vallate

Il momento non è ancora critico, ma non bisogna sciupare nulla

Nella foto, il presidente di Romagna Acque Tonino Bernabè e il vicepresidente Roberto Biondi

La Società segue con costante attenzione la situazione idrica nelle vallate appenniniche, e ribadisce la necessità di ragionare in fretta su possibili interventi infrastrutturali.

Romagna Acque segue con costante attenzione la situazione idrica che riguarda, in particolare, le valli del Marzeno, del Rabbi, del Montone e del Savio, e i centri abitati delle varie vallate direttamente dipendenti da fonti locali, e non servibili da Ridracoli. Sebbene la situazione non sia ancora di emergenza (come accadde nel 2017), l’assenza di precipitazioni che si registra ormai da settimane richiede un particolare riguardo, visti anche gli usi plurimi che si fanno della risorsa nei territori in questione (oltre all’idropotabile, anche l’agricolo e l’industriale, che riguarda diverse aziende). 

Non sono ancora state registrate situazioni critiche diffuse, ma la situazione obbliga ad un uso prudente della risorsa: e in alcune piccole frazioni delle vallate del Savio e del Bidente si sta già operando con l’uso di autobotti. 

Lo ha scritto nei giorni scorsi anche il sindaco di Modigliana, Jader Dardi: “da mesi stiamo vivendo una stagione di grave siccità che impone a tutti noi di utilizzare l’acqua con attenzione parsimonia, evitando sprechi e dispersione. Rivolgo a tutti l’invito ad utilizzare l’acqua per usi essenziali. Rinnovo a tutti l’invito a contenere il consumo di acqua evitando dispersione e annaffiature”. 

“In una fase come questa, occorre sottolineare principalmente due cose – sottolineano il presidente di Romagna Acque, Tonino Bernabè, e il vicepresidente Roberto Biondi -. Da un lato, vogliamo evitare allarmismi: la situazione è comunque sotto controllo, e la popolazione residente non deve avere timori rispetto a rischi di siccità. Dall’altro, però, l’ennesima fase di allerta registrata nell’arco dell’ultimo decennio ci spinge a chiedere con sempre maggior forza un impegno concreto e rapido da parte della politica, e delle istituzioni anche a livello regionale, nella direzione di pensare, progettare ed attuare nuove infrastrutture territoriali – una presa sul Rabbi al Premicluore, piccoli invasi per il Montone e il Tramazzo - che possano aiutare, in prospettiva futura, a garantire la risorsa ed evitare problematiche come quelle già registrate in passato. È un dialogo già attivo da mesi con la Regione, ma che oggi si conferma una volta di più urgente, necessario e indifferibile. Un obiettivo che speriamo sia sentito come prioritario da tutte le forze e i soggetti territoriali coinvolti”.

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